Ieri l’arcivescovo Andrea Bellandi ha anticipato i festeggiamenti in onore del santo patrono di Salerno, San Matteo, portando il braccio dell’apostolo tra i letti dell’Ospedale Ruggi
Ieri grande curiosità da parte dello staff e gioia degli ammalati dell’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno: l’arcivescovo Andrea Bellandi ha anticipato i festeggiamenti in onore del santo patrono San Matteo nel presidio di via San Leonardo, portando il braccio dell’apostolo tra i letti dei reparti di neurologia, oncologia e pneumologia, otorino, ematologia e trapianti.
A segnalarlo è il quotidiano La Città, un altro gesto piacevole ricco di empatia e fratellanza è stato compiuto dall’arcivescovo quando ha indossato tuta, mascherina, cuffia e calzini monouso per visitare i pazienti con problematiche più delicate.
“È l’accoglienza, l’amore e andare incontro agli altri” ha detto il Monsignor Bellandi stringendo le mani e baciando i degenti che, insieme ai loro familiari, lo hanno ringraziato, promettendo di rincontrarsi alla processione dell’anno prossimo.
Intanto in molti hanno approfittato della presenza del braccio di San Matteo baciando la reliquia, portata da don Mimmo Lepore. Bellandi ha comunque chiaro l’attaccamento e la devozione dei salernitani per il patrono della città. “È frutto di un’identità che si riconosce” ha commentato l’arcivescovo, stessa cosa per quanto riguarda l’attaccamento alla Salernitana che Bellandi ha definito per nulla scandaloso, perché anche in quel contesto “c’è identità”.
Quel sentimento di identità che c’è anche allo stesso modo nei riti religiosi legati a San Matteo, cosa che l’arcivescovo apprezza nettamente.