Salerno si è mobilitata a favore del Rojava e del popolo curdo, sotto attacco del Governo Turco, con un presidio nei pressi della Stazione
“In difesa del Rojava e con il popolo curdo!”, nella giornata mondiale di azione contro l’occupazione turca e la pulizia etnica dei curdi nella Siria settentrionale e orientale, oggi 12 Ottobre alle ore 17 si è tenuto un presidio di solidarietà, nei pressi della stazione di Salerno in Piazza Vittorio Veneto:“Chiediamo al Governo italiano di adoperarsi per fermare un’escalation di conflitto inaccettabile”.
Potere al Popolo aderisce alla manifestazione insieme ad Arcigay Salerno, Arci Salerno, Cobas Salerno, Collettivo Handala, Csa Jan Assen, Giovani Comunisti/e Salerno Link Fisciano, Marea MGA – Sindacato nazionale forense, Mumble Rumble, Partito Comunista Italiano – federazione Salerno, Partito della Rifondazione Comunista – Salerno, Bandiera Bianca – Contursi Terme, Associazione Memoria in Movimento – Salerno, Associazione Daltrocanto, Femminile palestinese, Zona Orientale Rugby Popolare, Prospettiva Operaia, Rete Radiè Resch – Salerno, Circolo Legambiente Occhi Verdi, Rete Della Conoscenza Salerno, Frontiera Sud APS, Spazio Pueblo.
Vogliamo lanciare un appello a tutte le organizzazioni, ai collettivi e ai singoli che sono sensibili alla questione e che vogliono scendere in piazza contro l’ennesima ingiusta guerra e per affermare con forza il proprio sostegno alla lotta curda contro l’autoritarismo turco, l’imperialismo americano e la complicità delle forze occidentali che continuano a finanziare economicamente e in termini di armi un vero e proprio eccidio. Chiediamo, inoltre, con forza al Governo italiano di adoperarsi per fermare un’escalation di conflitto inaccettabile: pretendiamo che vengano sospese con effetto immediato tutte le forniture di armamenti e sistemi militari verso il Governo di Ankara, come prevede la legge 185 del 1990 che impedisce di inviare armi a Paesi in stato di conflitto armato.
Il 12 Ottobre è la giornata mondiale di azione contro l’occupazione turca e la pulizia etnica dei curdi nella Siria settentrionale e orientale. In tale occasione anche a Salerno ci mobilitiamo per dare risalto all’ennesima ingiustizia e attacco militare nei confronti di un popolo che combatte quotidianamente per la propria autodeterminazione. Sin dall’istituzione dell’autonomia autonoma democratica curda nella Siria settentrionale e orientale (DASA), il confine tra Turchia e Siria settentrionale e orientale è stato molto sicuro e nessuna azione armata contro la Turchia ha avuto origine da questo territorio. In recenti colloqui mediati dall’amministrazione statunitense tra la DASA e lo stato turco, le forze democratiche siriane (SDF) hanno dimostrato la loro volontà di lavorare per una pace duratura.
La nuova dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca, dal presidente degli Stati Uniti D. Trump, ha violato l’accordo negoziato tra la DASA e lo stato turco. Questa affermazione dimostra che gli Stati Uniti hanno apparentemente abbandonato i curdi, risultando in un’area che è stata, fino ad ora, un’oasi di stabilità e coesistenza in Siria, dovendo affrontare un altro periodo di sanguinosi conflitti. Erdogan e il suo regime autoritario rappresentano la dittatura totalitaria, il militarismo e la violenta persecuzione delle minoranze, dei curdi e dei loro alleati nella Siria settentrionale e orientale. Più di 11.000 uomini e donne delle forze di sicurezza della Siria settentrionale e orientale hanno dato la vita per liberare questa regione dall’ISIS, per proteggere i popoli della Siria settentrionale e orientale e per fornire loro un futuro migliore, e oltre 22.000 altri sono rimasti feriti in questa campagna combattuta duramente. In questo modo, il mondo è stato protetto dalla brutalità dell’ISIS. Un’invasione della regione da parte delle forze turche creerà le circostanze in cui l’ISIS può essere rianimato e commettere crimini contro l’umanità, diventando ancora una volta una minaccia per tutto il Medio Oriente, l’Europa e il mondo causando morte e distruzione indicibili e costringendo milioni di persone a fuggire dalle loro case e diventare rifugiati.