Sabato 3 agosto prenderà il via la 34ª edizione del “Barbuti Festival” a Salerno: si comincia con Miseria e Nobiltà. Tutte le info
Al via la XXXIV edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, organizzata dalla Bottega San Lazzaro a Salerno.
Si comincia sabato 3 agosto alle ore 21.15 in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, con “Miseria e nobiltà”, portata in scena dalla Compagnia Les Amis du Theatre con la regia di Giovanni Pisciotta (ingresso 10 euro). Parte del ricavato dello spettacolo verrà destinato in beneficenza per la Mensa dei Poveri S. Francesco di Salerno.
In scena: Corrado Marino, Mabel Fontana, Caterina Janni, Angelo Chirico, Eleonora Tortora, Alice ed Aurora D’Antonio, Giovanni Napolitano, Maria Luigia Capano, Nunzio Brancaccio, Sergio Savino, Gianpaolo Napolitano, Lillina Rocco, Giuseppe Plaitano, Fulvio De Maio, Annamaria Nazzaro, Tony Avagliano, Luciano Cappiello.
La compagnia di Les Amis du Theatre, dopo l’allestimento della pochade francese “Sarto per signora” di Georges Feydeau, approfondisce ora la ricchezza intramontabile del testo di Eduardo Scarpetta.
Lo spettacolo debuttò nel 1888 al Teatro del Fondo, l’attuale Mercadante. Scarpetta lo scrisse per far partecipare il figlio Vincenzo, allora dodicenne. Con Miseria e Nobiltà l’autore decide di rappresentare in pieno la media borghesia napoletana, i suoi valori, il suo gusto per la risata e il suo moralismo. Protagonista è Felice Sciosciammocca, un popolano senza soldi.
La trama ruota intorno all’amore tra il nobile Eugenio e la ballerina Gemma, unione alla quale si oppone il padre del giovane. Eugenio chiede quindi a Felice di fingersi un parente in modo da poter ottenere la mano dell’amata. La Commedia dell’Arte torna prepotente con questo scambio di ruoli. Il personaggio di Sciosciammocca, termine dialettale che indica un credulone, diviene una vera e propria maschera teatrale. Eduardo Scarpetta, trova nella società partenopea l’incontro perfetto della commedia napoletana di Antonio Petito e della farsa francese ottocentesca.
La scena simbolo di Miseria e Nobiltà sarà sempre quella in cui il Principe De Curtis danza con le mani e le tasche piene di spaghetti al pomodoro, piatto semplice che racchiude tutta la napoletanità. Nella messa in scena di Miseria e Nobiltà è stato reso un doveroso omaggio alla figura di Totò ed alla bellissima trasposizione cinematografica di Mario Mattioli.