Presso la Mondadori di Salerno si è svolto un incontro per discutere su temi come economia, politica e migranti. All’incontro era presente anche Francesco Castellato, autore del libro Fattore G: perchè i tedeschi hanno ragione
Oggi pomeriggio, presso la Mondadori di Salerno, si è svolto un incontro per parlare di temi attuali, come l‘economia e la politica. All’incontro erano presenti: Antonluca Cuoco, Andrea Bignardi, Andrea Marino e l’avvocato Angela Marino. Inoltre, a presenziare la conferenza, è stato presente Francesco Cancellato, autore del libro “Fattore G: Perchè i tedeschi hanno ragione“, sul quale ruotava l’intero incontro. Il libro gira attorno al ruolo che la Germania ha avuto in questi ultimi anni nell’economia e nella politica, ponendo una domanda esistenziale: ci siamo raccontati la favola della Germania cattiva che ci obbliga a fare cose che ci fanno del male, perché quelle cose non le vogliamo fare, vogliamo assolverci dal non averle fatte, o vogliamo scaricare altrove la responsabilità delle nostre azioni. E se la Germania, anziché il nemico, fosse in realtà un gigantesco alibi? Se anziché il problema fosse la sua soluzione?
La conferenza è stata aperta da Antonluca Cuoco, il quale descrive il libro come un dibattito su come sarà l’Europa nei prossimi anni. Cuoco – continuando – nota che il mondo in cui viviamo è tempestato dalla voglia delle persone di cercare alibi, pieno di “bambinoni troppo cresciuti”.
“Dinamica tipica della psicologia infantile è che si cercano scuse rispetto ai compiti da fare, scrollandosi di dosso le responsabilità“.
L’intervento di Cancellato
Francesco Cancellato, appena presa parola, pone l’attenzione su vari meccanismi contraddittori che rendono la Germania la “cattiva di turno“. Tutto questo genera l’ “alibi”, perché “se io ho un cattivo lo combatto a prescindere, quindi abbiamo ragione a prescindere, perché lui è cattivo”.
L’autore pone, infine, una questione molto intrigante che potrebbe giovare sia all’Italia che alla Germania: la logica della cooperazione al posto della competitività. L’esempio del giornalista è calzante e diretto:
Noi abbiamo una manifattura estremamente connessa con quella tedesca per 3 motivi. “Il primo è che buona parte di una macchina tedesca è fatta di subfornitura italiana; la Lamborghini, marchio italiano, è di proprietà dell’Audi che produce i suoi Suv utilizzando le migliori tecnologie, esportate poi in Italia. Esportando l’idea del modello tedesco con il made in Italy, potremmo mettere in connessione la nostra economia con la loro, perchè il mercato tedesco ha bisogno della subfornitura italiana”.
Secondo motivo: “Buona parte del nostro export extraeuropeo avviene tramite un riciclo attraverso aziende tedesche che fanno da ponte. Tutta l’automazione industriale, macchine utensili che noi usiamo, sono componentistiche di macchine tedesche; e assieme vendiamo in un’economia comparata”.
Terzo motivo: “guardando tutte le 4 F del made in Italy, dal food al pesce, o parlando con colossi come Conad, noteremo che i maggiori acquirenti sono i tedeschi”.
Questa economia la vediamo come una minaccia, mentre vediamo amica un’economia come quella spagnola,simile alla nostra, anche se estremamente concorrenziale. In realtà, dovremmo competere con ciò che è simile a noi, mentre dovremmo cooperare con ciò che è diverso dai nostri soliti meccanismi.
Subito dopo la parola passa all’avvocato di Salerno Angela Marino, la quale sposta l’attenzione sul tema sociale. “L’Europa non è solo una questione di economia – continua Angela Marino – ma è un patrimonio di tutti”. Successivamente, viene spostata l’attenzione sui migranti, altro tema caldo del nostro corso. Oggi, parlando dell’immigrazione, vengono assunti dei toni addirittura fascisti, perchè “vengo addossati una serie di limiti sulle spalle degli immigrati“.