Appuntamento per domani con l’ultima serata del Premio Charlot al Teatro delle Arti di Salerno, edizione di quest’anno dedicata a Federico Fellini
Quarto ed ultimo appuntamento domani 18 luglio alle ore 20 a Salerno, con la mini rassegna cinematografica organizzata nell’ambito della XXXII edizione del Premio Charlot e dedicata al grande regista italiano Federico Fellini nel centenario della sua nascita. La serata si terrà al cinema teatro Delle Arti di Salerno. Domani sera alle ore 20 ed in replica domenica 19 luglio sempre alle ore 20, si terrà la proiezione di quello che è considerato uno dei capolavori del regista italiano: il film 8 e ½, pellicola di cui Fellini è stato sia il co-sceneggiatore che il regista.
Uscita nelle sale nel 1963, è considerata una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi, tanto da essere stata inserita da Martin Scorsese nella lista dei suoi dodici film preferiti di tutti i tempi. E’ stato, inoltre, selezionato tra i 100 film da salvare in Italia. 8 e ½ ottenne, nel 1964, cinque nomination agli Oscar e riuscì a portare a casa due statuette, quella come miglior film straniero e quella per i migliori costumi. Nello stesso anno vinse 7 Nastri d’Argento su ben 10 nomination: i riconoscimenti furono assegnati a Fellini come regista del miglior film, a Sandra Milo come miglior attrice non protagonista, ad Angelo Rizzoli per la produzione, a Ennio Flaiano e Federico Fellini per il miglior soggetto, a Fellini, Rondi, Flaiano e Pinelli per la sceneggiatura, a Giovanni Di Venanzo per la fotografia, e a Nino Rota per la miglior colonna sonora di un film drammatico. Tra gli innumerevoli riconoscimenti ottenuti, l’ultimo risale al 2010 quando BIF&ST di Bari assegna un Premio intitolato Fellini 8e½ per l’Eccellenza Artistica.
Parlando di 8 e ½ lo stesso Fellini disse: “L’ho girato senza vedere mai nulla di quello che facevo, perché era in atto uno sciopero di quattro mesi di tutti gli stabilimenti di sviluppo e stampa. Rizzoli voleva fermare il film, Fracassi, il direttore di produzione, si rifiutava di proseguire la lavorazione. Ho dovuto impormi, gridare, per obbligare tutti a continuare ugualmente. Ed è stata la situazione ideale. Perché a me sembra che quando vai a vedere giorno per giorno il materiale girato, vedi un altro film, vedi cioè il film che stai facendo, che comunque non sarà mai identico a quello che volevi fare. E il film che volevi fare, avendo questo continuo termine di paragone nel film che stai veramente facendo, rischia di mutarsi, si affievolisce, può sparire. Questa cancellazione del film che volevi fare deve avvenire, sì, ma soltanto alla fine delle riprese, quando in proiezione accetterai il film che hai fatto e che è l’unico film possibile. L’altro, quello che volevi fare, avrà avuto così soltanto una sua determinante funzione di stimolo, di suggerimento e ora dinanzi alla realtà fotografata non lo ricordi nemmeno più, si è come scolorito, sta scomparendo”