Dalla spiaggia di Bodrum (morto), col nasino infilato nella sabbia, alla spiaggia di Salerno (disegnato su un muro), colonizzato dalle fonti d’informazione

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Sono passati solo pochi giorni dalla ennesima ondata di rabbia e indignazione a seguito della pubblicazione delle foto che ritraggono il piccolo Aylan Kurdi, morto al largo di Bodrum, che spunta a Salerno, (spiaggia di Torrione), un murales dove viene ritratto il bambino, colpito alla schiena dai gagliardetti dei principali network e social del momento.

Su tutti però capeggia quello dell’Unione Europea ed è quindi facile riconoscere nell’opera d’arte, un’ennesima denuncia nei confronti di un’organizzazione che – forse una volta di troppo – si dimostra fallimentare nel soccorrere coloro che maggiormente sono in difficoltà.

L’immagine è apparsa nella pagina Facebook “Salerno Street Art“ ed è da attribuirsi al writer Carlo Oneto, alias Knet, un modo per ricordare una tragedia comune a migliaia di persone, attraverso un canale dall’impatto visivo crudo (un muro spoglio e grigio) e dalla capacità comunicativa immediata, specie per i più giovani.

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