Custodia cautelare in carcere per S. G. – detto Papacchione – e per suo figlio Domenico. Nel luglio 2020 entrambi responsabili di una gambizzazione
Nel corso della mattinata personale del Comando Provinciale di Salerno ha
dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di
Salerno su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di S. G. e di suo
figlio Domenico, entrambi accusati in concorso di lesioni aggravate dal metodo mafioso e detenzione e porto abusivo di armi.
Le indagini
Il provvedimento si fonda sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Salerno nell’ambito delle indagini avviate in seguito al ferimento, mediante colpi d’arma da fuoco, di M. M., avvenuto nella serata del 24 luglio 2020 nel quartiere Pastena di Salerno, territorio ove il pluripregiudicato S. G. è noto come “papacchione” ed è da sempre temuto per numerose azioni criminali sin dagli anni 2004/2005, imitato in tale deriva dal figlio Domenico, evidentemente ansioso di dimostrare anche lui una capacità di imporsi nella Zona Orientale di Salerno come già avviene per il padre.
Ed è proprio la volontà dimostrativa il movente dell’azione delittuosa condotta in forma così plateale da padre e figlio ai danni di M. M. Attraverso la lunga e certosina analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza pubblica e privata installati nelle vie limitrofe a quella dell’agguato è stato infatti possibile ricondurre con certezza ai due indagati la “gambizzazione” di scriscietto, attività di polizia giudiziaria questa che ha altresì permesso di evidenziare come S. G. si sentisse ormai così intoccabile nel “suo” territorio da arrivare a sparare in pieno giorno e in un locale pubblico senza nemmeno coprirsi il viso, a differenza di quanto fatto dal figlio che indossava un casco integrale, massimizzando in tal modo la portata intimidatoria dell’evento.
Dagli esiti delle successive intercettazioni è emerso come l’aggressione fosse da
inquadrare nell’ambito di un avvertimento legato al controllo dello spaccio di stupefacenti sul territorio presso cui S. G., al termine di un lungo periodo di detenzione, era tornato con l’intenzione di ristabilire il proprio predominio incontrastato.
Progetto interrotto anzitempo, poiché la notte stessa dell’agguato a M. M., S. G. era stato nuovamente arrestato. Sebbene sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo notturno di permanenza in casa, nel corso di un controllo presso la sua abitazione non si era fatto trovare, fuggendo di corsa non appena aveva percepito l’arrivo della pattuglia dei Carabinieri. In tal senso è verosimile ritenere che l’improvvisa fuga fosse motivata dal timore di essere già stato identificato quale autore degli spari di quel pomeriggio, anche in ragione del fatto che “papacchione” si era appena tagliato la barba al chiaro scopo di non farsi riconoscere e che le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza del quartiere lo avevano immortalato in ciabatte e a torso nudo mentre si allontanava a piedi dall’area.
Tale condotta non poteva però passare inosservata, perché S. G. durante tale “passeggiata notturna” imbracciava un pericolosissimo fucile mitragliatore, terrorizzando con la sola presenza numerosi passanti che si sono rivolti al 112 dei Carabinieri per segnalare quanto stava avvenendo in pieno centro. Convogliando nel
quartiere numerose pattuglie è stato quindi possibile individuare ed accerchiare il
fuggitivo sul lungomare Colombo, dopo che si era già disfatto dell’arma.
Entrambi i destinatari della misura, già ristretti presso le case circondariali di
Salerno e Bellizzi Irpino in ragione di altri reati, si presenteranno nei prossimi giorni
innanzi al GIP di Salerno dott. D’Agostino per l’interrogatorio di garanzia.