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Salernitana: l’identità di una città nella poesia del calcio

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Salernitana: l’identità di una città nella poesia del calcio
Ph: Alfonso Maria Salsano

In un finale di stagione da romanzo, esattamente lo stesso giorno 23 anni dopo, la Salernitana ritorna in Serie A

A Salerno il 10 maggio del 2021 è una calda giornata di primavera. Alle due del pomeriggio in città il silenzio domina ogni angolo di strada, dal centro alla periferia. Al forestiero sconosciuto che per caso si trova in giro e si chiede il perché di questa quiete potremmo rispondere fugacemente: “Perché la Salernitana gioca per andare in Serie A.” Ma invece, nessuno parla, ci si guarda negli occhi, si condividono i timori e le speranze. Un sogno distante pochi attimi, eppure, ancora così lontano, nel caldo di maggio.

“Si resta a volte soli nella veglia di un racconto sospeso”. Un racconto che ha preso vita dopo il silenzio e l’ansia dell’attesa, solo allora, la gioia ha iniziato a popolare le strade della città, non più vuote. L’azzurro del cielo e del mare ha iniziato a tingersi di granata e la città un attimo prima racchiusa nel silenzio è esplosa nell’incontenibile furore.

Un romanzo popolare

“Il campionato è un grande romanzo popolare a puntate. Credete che giocare a calcio sia soltanto tracciare sull’erba di un bel prato sì o no qualche bel pensiero o una novellata che mostra l’esile traliccio della sua trama? Sbagliate, siete fuori strada: si cerca il grande romanzo a puntate.” E la Salernitana di quest’anno è un romanzo che ci parla di un destino a volte beffardo e a volte così dolce. Proprio come ci dice Alfonso Gatto, che è stato il poeta della città di Salerno, cantore di ogni passione e contraddizione della sua terra, “rima d’eterno.”

Uno spicchio di eternità è tornato a farsi protagonista di una storia che trascende lo sport e che definisce l’identità di un popolo. “Il calcio è come la poesia, un gioco che vale la vita”, affermava il poeta, ed emozioni come quelle di oggi le si riesce a provare poche volte nella vita. Fino a ieri, ai più giovani i genitori hanno potuto soltanto raccontare le storie di quella magica Salernitana che sul finire del secolo scorso, nonostante l’epilogo amaro, deliziò l’Italia intera.

Oggi invece, 23 anni dopo il 1998, siamo tutti protagonisti, dal bambino con la mascherina granata che tiene per mano il padre sul lungomare, all’anziano signore con il bastone seduto all’esterno di un bar. Ogni casa, strada, piazza, caffè, vicolo, rione, racconta la stessa storia, di cui siamo tutti testimoni.

Il riscatto di una comunità

Qualcuno potrà anche dire che tutto questo è esagerato per “due calci ad un pallone”. Ma ecco, l’importanza è un concetto che rispecchia il valore che diamo alle cose. Una comunità si fonda su una storia comune che nel bene o nel male gli apparterà sempre. La Salernitana è il cuore pulsante di una città orgogliosa e poetica, un luogo dove “questo voler partire e questo voler restare insieme”, si mescolano. Lo sport è un impasto di grazia popolare e di inventiva poetica, un’ultima possibilità di salvarsi, “con il gioco e con il genio dell’innocenza.” L’identità di un popolo e il senso di appartenenza ad una realtà nasce dalle emozioni che si condividono insieme. Tutto, insomma, si genera da una storia comune, da quel romanzo, che dal 10 maggio 2021, apre uno dei suoi capitoli più belli.

La squadra del destino

Una storia segnata dal destino e dall’incredulità, da vittorie insperate e sconfitte amare che non hanno mai fatto perdere l’entusiasmo. La Salernitana è un indecifrabile insieme di possibilità, meriti, fortuna e volontà. È il capolavoro di un allenatore marchigiano che ha calcato con fierezza ed umiltà ogni genere di campo, riuscendo, con semplicità e coraggio, a conquistare risultati epici. La Salernitana è il brivido di due goal in pieno recupero in una partita ormai persa e il rigore allo scadere quando ormai sembrava tutto finito. Non è mai finita, e quest’anno a Salerno ogni tassello di un gruppo unico, ha contribuito con incredula precisione, a formare quel “grande romanzo a puntate”.

Nuove storie all’orizzonte

Adesso non resta che coltivare questa speranza e questo senso di comunità per un futuro che resta ancora tutto incerto. Cosa sarà di questo traguardo? Cosa accadrà nel prossimo capitolo di questo romanzo?. Nessuno lo sa. Salerno intanto resta lì, sorvegliata dall’alto dal suo Castello, in bilico tra ciò che è stato e ciò che ancora non è. Mentre i media si inseguono euforici in notizie che spesso non ci riguardano, oggi, a Salerno, come canta una canzone nota ai più, “Pure il giornale leggeremo male” e ancora increduli, “Ci chiederemo come mai”, perché proprio oggi, “Il mondo sa tutto di noi…”