Dopo mesi di silenzio, torna a parlare il ds Fabiani: “La Salernitana può andare in Serie A. Ultras vero tifoso, la contestazione va rispettata”
Mesi di silenzio ed ora finalmente si torna a parlare, alla vigilia della prima di campionato. La Salernitana riapre la bocca ed è Angelo Fabiani il primo a ripresentarsi ai microfoni ed alla stampa. Nel corso della presentazione di mister Castori, il direttore sportivo ha fatto un analisi a 360° su quello che sta accadendo nell’ambiente granata.
“Come ogni anno – spiega Fabiani – l’obiettivo è quello di fare bene e noi ce la mettiamo tutta affinché sia così. La scorsa stagione siamo sempre stati nei playoff ma dopo il lockdown non è finita come noi speravamo. Noi non ci divertiamo a stare all’esterno della zona promozione, tutti possono dire la propria opinione ma intanto noi siamo in rigoroso silenzio per cercare di raggiungere i nostri obiettivi“.
Sulla Serie A: “A noi nessuno ci vieta di salire di categoria, c’è questo vecchio discorso della multiproprietà ma è più per seminare zizzania e creare polemiche. Sarebbe il coronamento di tanti sacrifici da parte nostra. Non ci preoccupiamo di chi insulta il sottoscritto, la dirigenza e i calciatori ma guardiamo a chi vuole bene veramente alla Salernitana. Intanto nessuno dice che per il sesto anno consecutivo partecipiamo al campionato di B, evento mai accaduto prima d’ora“.
Sulla contestazione, Fabiani dice: “L’ultras è il primo tifoso, quello vero, giustamente attende un risultato migliore di quello che abbiamo ottenuto, oltre all’attaccamento alla maglia. Vanno rispettati anche quando contestano e noi dallo spirito loro di innamorati della Salernitana troviamo gli stimoli giusti per andare avanti. Invece per i tifosi da social è un’altra cosa, quella è strumentalizzazione“.
Infine, sulla scelta di Castori come tecnico: “Una scelta condivisa dalla proprietà. Chi non lo avrebbe preso? Sono 18 anni consecutivi che allena tra Serie A e B, ha grandissima esperienza ed a Trapani ha fatto un grande lavoro, nonostante tutto. Dopo Ventura, avevamo bisogno di un tecnico di lungo corso e soprattutto sanguigno, come piace a noi“.