Tredici autoarticolati, due autovetture, un immobile, quote societarie, conti correnti e titoli per un valore complessivo di 500 mila euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo e per “equivalente” dalla Guardia di Finanza di Sala Consilina in esecuzione di decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Sala Consilina nei confronti di tre imprenditori residenti tra il Vallo di Diano ed il Golfo di Policastro, operanti nel settore dei trasporti, indagati a piede libero per frode fiscale dalla locale Procura della Repubblica.
Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle dal febbraio 2012, scaturite da una segnalazione delle Autorità Doganali sammarinesi, hanno consentito di accertare uno schema fraudolento mediante il quale i tre imprenditori, attraverso una piccola società cooperativa ed una società di persone – entrambe con sede a Buonabitacolo (SA) – simulavano esportazioni di cemento ed altri prodotti per l’edilizia nei confronti di una società di capitali di San Marino, cui è stata poi revocata la licenza per gravi irregolarità fiscali dal Congresso di Stato della Repubblica del Titano.
Le merci, in realtà, erano destinate al mercato nazionale: tale meccanismo, infatti, ha consentito agli imprenditori italiani di evadere il versamento dell’imposta sul valore aggiunto, in quanto le prestazioni rese a soggetti economici sammarinesi sono considerate operazioni “non imponibili” dalla normativa fiscale comunitaria, mentre l’azienda di San Marino ha contabilizzato costi mai sostenuti.
A completamento del disegno distrattivo, i tre indagati hanno appositamente omesso di presentare le prescritte dichiarazioni fiscali e, per sottrarsi al pagamento delle imposte e delle relative sanzioni qualora le Autorità preposte avessero avviato dei controlli fiscali nei loro confronti, hanno fraudolentemente trasferito tutti i beni aziendali ad una società di capitali ad hoc costituita, riconducibile agli stessi e per tale motivo l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro dell’intero patrimonio societario.
La frode fiscale complessivamente accertata ammonta a 1,5 milioni di euro di ricavi sottratti all’Erario ed oltre un milione di imposta sul valore aggiunto evasa.