Ruggi, salvata con 16 trasfusioni di sangue a seguito di una gravidanza. La donna racconta la sua esperienza e ringrazia l’equipe medica per averle salvato la vita
Ruggi, nuovo “miracolo” del Prof. Petta e del Dr. Polichetti dell’ospedale su una donna che ha portato avanti una gravidanza con un caso di placenta previa centrale diagnosticata al settimo mese.
“Sono viva grazie alla Équipe del Prof.Petta e del Dr.Polichetti dopo tre interventi chirurgici e 16 trasfusioni di sangue nello stesso giorno!” – dice la donna – “Quando appresi di essere nuovamente incinta,provai una gioia grandissima: potevo dare una sorellina ai miei figli ed un altro bambino a mio marito. La gravidanza procedeva serenamente; gli esami andavano bene come anche le ecografie,compresa quella morfologica. Al settimo mese inoltrato la doccia fredda: da un consulto con un altro Ginecologo mi fu diagnosticata una placenta previa centrale. Mi fu consigliato di rivolgermi al Reparto di “Gravidanza a rischio” diretta dal Prof. Petta a Salerno.
Al primo incontro il Prof.Petta mi fece osservare che era un po’ tardi per inquadrare perfettamente tale patologia. Comunque,nonostante ciò, mi fece fare una Risonanza Magnetica per vedere se la placenta infiltrava l’utero, sottolineando però che la Risonanza non dava la certezza diagnostica. Mi fu spiegato chiaramente che,avendo avuto due tagli cesarei e poichè la placenta era bassa,vi era un 50% di probabilità che la placenta fosse accreta, cioe’ abnormemente aderente all’utero con il rischio di gravissime emorragie che potevano portare alla necessità di dover asportare l’utero e nel 7-10% dei casi addirittura a morte. Fui invitata ad inviare almeno tre donatori di sangue perché poteva essere necessaria una trasfusione. La Risonanza fu tranquillizzante ma mi fu ribadito che comunque non dava la certezza.
Poi venne il fatidico giorno dell’intervento, il 22 ottobre. Alle ore 9:15 nacque Alessia, una splendida bimba del peso di circa 2 chili. Non l’ho potuta vedere subito perchè ero addormentata e mi sono svegliata solo il giorno dopo, ma mi è stato raccontato tutto dai miei familiari e amici che hanno vissuto quei terribili momenti in cui hanno rischiato di perdermi. Il primo intervento andò bene; ma nella sala risveglio si verificò una improvvisa imponente emorragia per cui fui subito riportata in sala operatoria per un secondo intervento, dopo il quale fui trasferita in Rianimazione. Però dopo qualche ora si verificò una nuova emorragia e non era chiara la fonte. Furono allertati il Prof.Petta ed il Dr.Polichetti che da casa prontamente accorsero al mio capezzale. Mi furono fatti diversi accertamenti per capire da dove continuavo a perdere sangue.
Ormai ero quasi in fin di vita e continuavo a perdere sangue,per cui il Prof.Petta con il Dr.Polichetti presero la difficile decisione di giocare il tutto per tutto e di portarmi di nuovo in sala operatoria per cercare di salvarmi la vita. Ormai non avevo più sangue mio, mi fecero 16 trasfusioni. L’intervento, il terzo, andò bene. Trasferita di nuovo in Rianimazione, il giorno dopo sono uscita dall’incubo e se posso abbracciare i miei figli e mio marito lo devo in primis al Prof.Petta, alDr.Polichetti e all’Anestesista Dr.ssa Fidelia Ferrara che non mi hanno lasciato un minuto e mi hanno seguito e protetto, poi al fantastico Personale Medico e Paramedico del Reparto di Gravidanza a Rischio, di Ostetricia e Ginecologia e della Rianimazione del Ruggi”