Una vera lezione di vita, quella di Davide Rondoni presso la Scuola Media Lanzalone. Il progetto “La poesia e la scuola”, promosso dalla Fondazione Alfonso Gatto, prosegue con successo
Davvero interessante l’intervento del poeta bolognese Davide Rondoni, ieri ospite presso la Scuola Media Giovanni Lanzalone per il progetto “La poesia e la scuola” promosso dalla Fondazione Alfonso Gatto di Salerno.
“Oggi la scuola viene considerata molto azienda e poco luogo di formazione integrale” spiega il Dirigente Scolastico, prof.ssa Anna Maria Grimaldi “io sono stata alunna di questa scuola e ho dei bellissimi ricordi, mentre oggi, privandoci della cultura e incentivando l’uso spropositato delle nuove tecnologie, rischiamo di creare tanti piccoli mostri che sanno digitare su una tastiera ma non immaginare o sognare”. E proprio in questo Davide Rondoni si è mostrato abile, davanti ad un pubblico così giovane: è stato in grado di farlo sognare, attraverso la poesia, almeno per un’ora e mezza…
“Spesso mi dico: la poesia sembra un concetto astratto. Parlando di poesia, dunque, conduco una vita da cieco?” questo l’incipit del botta-e-risposta tra il poeta bolognese e gli alunni della Lanzalone, che, alla presenza di Filippo Trotta (Presidente della Fondazione Alfonso Gatto) e del Vicesindaco Eva Avossa, hanno posto molte domande interessanti sul mondo della poesia e dell’arte. “Le parole servono per vivere, per definire concetti; quando le parole usuali non bastano più – prosegue – entra in campo la poesia. Per fare poesia bisogna mantenere viva l’attenzione: chi è attento nota cose che gli altri non vedono, mentre chi si distrae non ascolta il mondo circostante e vive una vita piatta, noiosa. Solo le persone attente sono persone vive”.
Ecco alcuni degl’interventi dei ragazzi. Maria, 12 anni, chiede: “Ha mai pensato d’interrompere la sua carriera?” e Rondoni spiega che tutti i giorni medita d’interromperla, perché un artista non è mai soddisfatto di ciò che scrive. Un altro alunno domanda: “Scrivere poesie per ragazzi è stato più difficile che scrivere componimenti normali?”, e l’artista risponde “No: scrivere qualunque tipo di poesie non è semplice, è come modellare la creta partendo da un’idea, il difficile è riuscire ad ottenere esattamente l’immagine che avevi in mente”. Anche Giacomo, parlando di scuola, gli pone una domanda: “Quali maestri hai seguito?”; Rondoni, in passato, ha seguito la scuola di Mario Luzi, Giovanni Testori e Giorgio Caproni, ma spesso rilegge le opere di Dante, Leopardi e Ungaretti.
“Ringrazio la Preside per aver ospitato questa splendida iniziativa” afferma Eva Avossa, Vicesindaco di Salerno “perché è necessario svegliare le coscienze. Noi stiamo cercando di valorizzare molto questa scuola, situata peraltro nei luoghi dove visse Alfonso Gatto, e per il futuro proporrei, inoltre, di fissare questi importanti incontri culturali con una cadenza mensile – magari nell’atrio della scuola – per donare un maggiore fermento poetico ai ragazzi e al territorio circostante”. La professoressa Grimaldi, inoltre, ricorda: “Vorrei restituire un’identità definita a questa scuola. La mancanza di un accesso visibile penalizza molto la struttura, e vorremmo cercare di trovare una soluzione, d’accordo con l’Amministrazione comunale, per restituire coesione e dignità a questa scuola. Non è una questione di principio: i ragazzi se lo meritano”.
Rondoni termina questa “lezione di vita” dicendo: “La differenza tra scrivere un’emozione e scrivere una poesia sta in questo: un’emozione può essere comunicata anche via sms, ma non sarà mai tramandata ai posteri. La poesia, invece, è un’opera d’arte che serve a conoscere la vita, ad imprimere il mondo su carta attraverso la tecnica (ars). La poesia non s’insegna, si pratica“.