L’ormai ex sindaco di Mercato San Severino Giovanni Romano rassegna le sue dimissioni dalla carica di Sindaco. I gruppi di maggioranza dichiarano concluso il loro mandato. Ecco la lettera di dimissioni presentata ai cittadini
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Giovanni Romano non è più il sindaco di Mercato San Severino. Stamane, l’ex primo cittadino, ha fatto pervenire questa lettera in cui rassegna le sue dimissioni dall’incarico.
Questo il contenuto della missiva:
“Dopo una sofferta e meditata riflessione, ho deciso di rassegnare, nel pomeriggio di ieri, le mie dimissioni dalla carica di Sindaco della Città di Mercato S.Severino.
La decisione è esclusivamente connessa alla vicenda che interessa la mia persona e in conseguenza della quale sono stato raggiunto da un avviso di garanzia qualche giorno fa.
Nessuna relazione con l’andamento amministrativo del Comune, come pur qualcuno, perennemente in malafede e roso dalla frustrazione delle continue e pesanti sconfitte elettorali, sta cercando di evidenziare.
Allo stesso modo, non è in atto nessuna crisi politica, stante il pieno sostegno dei gruppi consiliari di maggioranza attestati anche con dichiarazioni pubbliche.
Il nostro Comune, nonostante le criticità finanziarie dovute essenzialmente alla crisi economica e alla sempre più ridotta capacità contributiva di noi tutti, e appesantito dai contenziosi instauratisi per effetto di leggi ingiuste sopraggiunte a procedimenti espropriativi già’ avviati, è strutturalmente in grado di superare le difficoltà.
L’Amministrazione ha dato seguito ai rilievi e ai suggerimenti del Collegio dei Revisori dei Conti, articolando una manovra correttiva, coerente e rispettosa della legge, al rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2105 e al bilancio di previsione per l’anno 2016.
Non intendo discutere la decisione degli organi giudiziari inquirenti, ai quali va il mio massimo rispetto e che sollecito semplicemente ad espletare rapidamente le loro attività.
Ma intendo portare lo stesso rispetto nei confronti dell’Istituzione che ho rappresentato e servito per tanti anni e che non può e non deve risentire delle vicende giudiziarie che mi riguardano.
Nessuna ombra deve essere proiettata sull’Ente attraverso il Sindaco, suo rappresentante legale.
Non intendo avvalermi delle prerogative della carica che i cittadini mi hanno consegnato per ben quattro volte, attraverso libere elezioni che mi hanno visto indiscusso vincitore su avversari che si sono ritrovati sempre sconfitti sul campo in base alle regole della democrazia.
Sono convinto che il Sindaco deve essere ad di sopra di ogni sospetto e di ogni dubbio per evitare che la sua diminuita credibilità, conseguenza inevitabile dell’azione della Magistratura, possa influire negativamente sull’efficacia dell’azione amministrativa di cui egli è promotore e garante.
Mi dimetto, quindi, per non inficiare l’efficacia dell’azione amministrativa a causa di questa vicenda, per essere libero di difendermi al meglio e far valere le mie ragioni senza sotterfugi e senza facilitazioni.
Mi dimetto per affrontare quello che verrà da semplice cittadino, per difendere la mia onorabilità rispetto a quanto mi viene contestato.
Certo, non posso nascondere una certa incredulità in ordine ai reati che mi vengono contestati e che riguardano fatti di 17 anni fa.
Come è stato ampiamente riportato dagli organi di informazione, la vicenda riguarda la procedura amministrativa che portò all’approvazione della variante urbanistica necessaria per realizzare l’ampliamento dello stabilimento Euroflex alla frazione S.Angelo e rispetto alla quale sono accusato di aver abusato, in concorso con altre persone, dei miei poteri.
Non entro, per ovvii motivi, nel merito della questione che sarà oggetto del procedimento giudiziario.
Mi limito ad osservare, però, quanto sia singolare che io sia l’unico amministratore indagato quando la procedura di variante ha avuto come atto fondamentale una delibera di Consiglio Comunale, la n. 4 del 19 gennaio dell’anno 2000, votata all’unanimità da tutti i consiglieri presenti compresi tutti quelli che allora rappresentavano l’opposizione.
Verrebbe naturale chiedersi perché dell’intero Consiglio Comunale, di cui il Sindaco è un semplice consigliere, sia solo il Sindaco ad essere finito sotto accusa.
E se il reato contestato è quello di abuso, in quale modo il Sindaco ha potuto “abusare” del suo ruolo e del suo potere quando a decidere e deliberare positivamente sulla variante urbanistica sono stati tutti i consiglieri presenti?
Non posso andare oltre, ma non posso esimermi dall’esprimere un profondo rammarico per quella che mi appare come una evidente “sproporzione” tra la natura della vicenda (essenzialmente riconducibile ad una controversia di natura civilistica fondata sul valore dei suoli utilizzati), il notevole lasso di tempo trascorso e l’individuazione nel Sindaco quale unico soggetto che ha commesso reati tali da giustificare una lunga indagine, prodromo di un altrettanto lungo procedimento processuale.
Nel corso della mia attività di amministratore nel ruolo di consigliere comunale, di Vice Sindaco e di Sindaco, avrò commesso certamente errori e avrò sicuramente preso decisioni non sempre rispondenti alle migliori intenzioni che le hanno originate.
Ma non ho mai approfittato della mia carica per scopi personali, non ho mai realizzato atti che hanno deliberatamente penalizzato il bene comune per fare il mio interesse, non ho mai agito “contro” qualcuno o qualcosa per favorire altri.
E non ho mai utilizzato la mia carica per migliorare la mia condizione economica se è vero, come è vero, che dal 2009 per l’esercizio delle mie funzioni di Sindaco, non ho mai percepito un euro di indennità, non costando nulla ai miei cittadini.
Un altro giudice, quello che naturalmente viene chiamato a decidere sull’operato di un Sindaco e degli amministratori locali ogni cinque anni e che è costituito dal corpo elettorale, depositario della volontà popolare, mi ha sempre onorato del suo giudizio positivo, eleggendomi e rieleggendomi, accordando fiducia ai programmi presentati ed alle varie squadre di candidati che sono scesi in campo per realizzare quei programmi e per sostenere il candidato Sindaco.
I miei elettori, i miei consiglieri e i miei assessori, la mia Comunità, non possono essere coinvolti dal carosello mediatico e dalle strumentalizzazioni politiche che, inevitabilmente, accentueranno l’effetto di minare la mia credibilità e di offuscare la mia onorabilità.
Non consento a nessuno di avanzare dubbi sulla mia integrità ed onesta’”.
Nel frattempo i gruppi di maggioranza in Consiglio Comunale, “Civica per S.Severino”, “Uniti per S.Severino” e “Patto per S.Severino”, nel prendere atto delle dimissioni dalla carica di Sindaco di Giovanni Romano, esprimono allo stesso la solidarietà umana e politica per la sofferta decisione.
Tale decisione, chiaramente, pone fine all’esperienza amministrativa iniziata due anni fa e, pertanto, induce a considerare concluso il loro mandato.
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