Al Salotto Comunale si è tenuto un convegno sul referendum del 4 dicembre. Ha parlato l’Avv. Guglielmo Scarlato del comitato civico, a sostegno del “No”
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È stato l’avvocato Enrico Giovine a introdurre e moderare l’incontro sul tema referendum, facendo subito intendere la necessità di una costituzione valida e scevra da ogni gioco di potere. L’avvocato Scarlato ha sottolineato, come premessa, che il suo intervento non sarebbe stato politico. “Prendo le distanze dal “No” di Massimo D’Alema. Non faccio una scelta così da regolare screzi politici. La mia sarà una discussione sui contenuti.”
Scarlato ha elencato dei punti fondamentali per cui il cittadino italiano, il cittadino battipagliese, il giorno 4 dicembre deve votare negativamente. Tra questi ha evidenziato l’incoerenza del Premier sulle dimissioni poi rinnegate se ci fosse stata la vittoria del “No”.
Il punto centrale, per Scarlato, è l’archè. È fondamentale, per l’onorevole, capire che l’intervento sulla Costituzione è fatto da un Parlamento germinato dal “Porcellum“, dichiarato incostituzionale dalla Corte di Cassazione in merito ai premi di maggioranza, dove il Partito Democratico con il solo 0,4% (29,55 PD – 29,18 PDL) di scarto rispetto al Popolo della Libertà ha ottenuto duecento seggi in più alla Camera. “Il Porcellum non ha intaccato il Senato, e il Governo propone di eliminarlo? Bisogna capire che il senatore funge da ammortizzatore del deputato. Egli fa sì che esista un tessuto vario della politica in modo tale che il bicameralismo identifichi tutto il popolo.”
Sul quesito referendario, Scarlato ha mostrato totale disaccordo asserendo che un solo quesito non può inglobare una modifica che agisce su ben 47 articoli della Costituzione: “Il cittadino è mosso a votare per l’eliminazione del CNEL che però, cela le altre modifiche utilizzando, per l’appunto, stratagemmi neanche troppo chiari.”
Ma il punto che l’onorevole ha voluto sottolineare in modo particolare è quello di alcuni numeri: “Il Senato resta. Esso è formato da 100 componenti. Cinque sono di nomina presidenziale per il loro contributo dato al Paese. 74 sono Consiglieri Regionali e 21 sono sindaci. Essi non sono ulteriormente stipendiati. Peggio. Sono agevolati dall’immunità parlamentare. Ma perché diminuire il numero di questi componenti? Per accorciare i tempo di promulgazione delle leggi? Durante la legislazione 2008-2013 i disegni legge erano fatti in 116 giorni massimo. I Decreti Legge in entrambe le camere in 38 giorni. Il tempo medio per la votazione di una finanziaria era solo di 28 giorni. Allora perché diminuire ancora di più? Il bicameralismo serve a controllare ancora meglio l’azione della Camera dei Deputati.”
Altra questione da approfondire è il futuro della politica il giorno dopo il referendum in caso di vittoria del “Sì”. L’avvocato ha posto numerosi quesiti, dubbi come chi sarà a presiedere in questa nuova Camera tra tutti i consiglieri regioni, chi li sceglierà, chi farà questa legge, e in che modo si possono armonizzare le varie elezioni tra le varie regioni.
In conclusione, l’avvocato ha voluto ribadire che quella del 4 dicembre è una data fondamentale per il futuro dell’Italia e di tutta la classe politica: “Deve essere un momento di tutela del nostro passato ma, soprattutto del nostro futuro. No o sì che sia, deve esserci un matura sintesi politica, un imprescindibile respiro epico, quello della rinascita della buona politica. Io ci credo, non è utopia.”
In occasione di un referendum di tale rilievo, Zerottonove si impegnerà a seguire anche eventi che riguardino convegni e comitati civici a favore del Sì.
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