Referendum abrogativo del 17 Aprile 2016: piccola soddisfazione per il Comitato Civico “Camerota Insieme” nell’aver contribuito a sensibilizzare un elettore su cinque
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In occasione del Referendum abrogativo del 17 Aprile del 2016, a Camerota l’affluenza si attesta al 22,73%, di quasi dieci punti percentuali al di sotto della media nazionale. Su 5926 aventi diritto al voto si sono recati alle urne 1347 elettori: 1333 voti validi, con appena 71 preferenze per il NO e 1262 per il SI.
Un referendum su una questione importante, ma ancor di più per via degli altri significati intrinseci che celava, esuli dal quesito stesso. Il non aver raggiunto il quorum ha sancito la vittoria dei poteri forti ed occulti dello Stato italiano, oltre al riaffermarsi, ancora per una volta, del capitalismo, il corsaro dell’attuale società.
“Un popolo evoluto, interpellato, risponde” esortava la Gabanelli, da rai tre, qualche giorno antecedente il voto. A conti fatti “abbiamo” dimostrato arretratezza culturale e politica. Non è vero che il popolo è stanco della politica, esso non sa più cosa sia la politica. Raggiungere il quorum era impresa ardua, per via della disinformazione e per l’ostruzionismo da parte dei vertici della politica nazionale. L’apoteosi di questi interventi fallaci nelle parole del Presidente del Consiglio in carica Matteo Renzi e del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, i quali esortavano a non votare. Roba da massoneria.
I referendum oltre che per le legittime cause sono utili anche per contarsi. Nonostante la nullità della consultazione sulla durata delle trivellazioni, è parimente da notarsi che quasi 16 milioni di italiani si sono recati alle urne. Un dato che deve far riflettere il PD, che con l’ala renziana ha manifestato la principale ostruzione.
L’analisi del voto su scala nazionale va parimente rapportata a livello locale, dove allo stesso modo fornisce importanti spunti. A Camerota si è già in campagna elettorale, visto che l’anno prossimo i cittadini saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio Comunale. Il Sindaco Romano e quasi tutti i consiglieri, da indiscrezioni ricevute, hanno votato per il SI. Decisioni personali, ma a livello di partito nessuna presa di posizione netta, volta a informare, sensibilizzare ed indirizzare la popolazione.
Soltanto il Comitato Civico “Camerota Insieme”, tramite la rete e con una campagna di affissione, chiara e precisa, ha sposato la causa del “no trivelle”. Ed i 1262 SI sono una cifra importante. Ovvio che il Comitato non può rivendicare tutti questi voti, ma ha sicuramente fornito un importante input nel risvegliare le coscienze. Sicuramente nei voti per il SI vi sono quelli del M5S (circa 300), degli ambientalisti e dell’estrema sinistra, sempre più rara nel territorio camerotano.
Dello stesso avviso e con la medesima prudenza il Presidente del Comitato Civico l’avvocato Francesco Calicchio, che nell’analizzare il risultato referendario del Comune di Camerota, dichiara: “Ha contribuito al mancato raggiungimento del quorum la disaffezione della gente alla politica e a tutto ciò che la riguarda. Speravo che, almeno in questa circostanza, il referendum potesse risvegliare la popolazione dal torpore in cui ormai vive da diversi anni. Resta comunque, a livello locale, la piccola soddisfazione di aver contribuito con il Comitato Civico Camerota Insieme a sensibilizzare oltre 1200 persone a votare per il si, il tutto nel silenzio generale delle Istituzioni”.
A Camerota vi è molto da lavorare: la crisi ancorché politica è dapprima culturale. Occorre informazione ed una massiva partecipazione della gente, che deve interessarsi dei problemi della comunità, e non ridurre il proprio contributo politico alla semplice azione del voto.
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