“Il Reddito minimo garantito è un sostegno al reddito costituito da prestazioni monetarie e servizi/prestazioni sociali, è a domanda individuale e mira ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa. Nel nostro caso la prestazione monetaria equivale a 583 euro”
[ads1] Con questa frase si apre la proposta di legge regionale di iniziativa popolare che mira a raccogliere 10’000 firme entro il 28 febbraio, al fine di inserire la discussione di questa legge sul Reddito minimo nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale, come prevede lo statuto.
Questa proposta è una “vertenza” nata da movimenti dei disoccupati, con la partecipazione attiva del sindacalismo rivoluzionario e di alcune forze della sinistra d’alternativa; prevede che i soggetti beneficiari di questa misura siano i singoli che hanno un reddito personale imponibile inferiore a 7.500 euro e qualora gli stessi siano componenti di nuclei familiari una soglia media ISEE di 21.265,87 euro nell’ anno precedente la presentazione della domanda.
I requisiti per ricevere il Reddito minimo garantito sono:
a) maggiore età;
b) residenza nella Regione da almeno 12 mesi. – Nel concetto di “residenza” vanno considerati anche i senza fissa dimora domiciliati da almeno 12 mesi alla data della promulgazione della legge in uno dei Comuni della Regione;
in mancanza di domiciliazione e qualora non abbiano domicilio in altro Comune d’ Italia, vengono considerati residenti le persone nate in uno dei Comuni della Regione e per i quali l’ abitualità della dimora sia attestata dal Sindaco del Comune competente;
c) iscrizione alle liste di collocamento dei Centri per l’ impiego;
d) non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico.
La proposta di legge sul Reddito Minimo garantito prevede una copertura abbastanza dettagliata sul breve periodo, la fase d’ avvio del R.M.G. e detta i criteri per la copertura stabile sul medio-lungo periodo.
Sul breve periodo, si tratta di utilizzare i fondi da risorse “variabili” ( quelle della lotta all’evasione dei tributi regionali), dal taglio delle spese per incarichi di studio, consulenza, dirigenti esterni, reimpiego di residui passivi ed economie di spesa non vincolate dai fondi strutturali europei, risorse che si liberano dal cosiddetto “riaccertamento annuale dei residui” (ossia la verifica dell’ effettiva esigibilità ed attualità degli stessi), maggiori contributi al Fondo sociale regionale anche da parte dei Comuni, soprattutto da quelli che non sono in condizioni finanziarie critiche.
Sul medio periodo, riordino e semplificazione della legislazione regionale nel campo sociale e regionale con l’ obiettivo di costruire un bilancio autonomo del welfare con al centro il “Fondo Regionale per il reddito minimo garantito” seguendo soprattutto due criteri:
a) privilegiare l’ afflusso diretto dei contributi verso gli aventi diritto e non verso imprese e Agenzie interinali come, purtroppo, accade per “Garanzia giovani”, che allo stato risulta un’altra occasione di business su inoccupati e giovani disoccupati;
b) aumentare la capacità di spesa nel campo dei fondi stanziati per le politiche sociali e occupazionali.
In tutta la Campania si moltiplicano i punti di raccolta firme per raggiungere le 10’000 entro il 28 febbraio. “Ci ha messo la firma”, anche il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris
Rosita Gigantino, attiva nella raccolta firme e nella Coalizione Sociale, ci ha rilasciato queste dichiarazioni:”La prima firmataria di questa legge regionale di iniziativa popolare è una studentessa napoletana di 19 anni, a significato di come essa parta dal basso per aiutare chi sta più in basso di tutti. Questo provvedimento è anche, soprattutto, una misura efficace per combattere il lavoro nero, il voto di scambio e il richiamo della criminalità organizzata. Con l’istituzione del reddito minimo garantito si esce dalla logica del ricatto del lavoro, in un momento storico come questo dove il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro è sempre più trasversale. Stiamo ricevendo aiuto da alcuni attivisti di Sel, Rifondazione Comunista e SEL per la raccolta firme ma questa legge non ha nessun padre politico. Ci auguriamo che in Consiglio Regionale il M5S lotti per l’approvazione di questa misura; arrivare alla quota 10’000 firme non è un mero obiettivo,ma un significativo punto di partenza“. [ads2]