Il personale della Polizia di Stato e i Militari della Brigata di Guardia di Finanza di Positano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un giovane di circa vent’anni, indagato per reato sessuale su un minorenne
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Reato Sessuale. Ieri mattina il personale della Polizia di Stato e i militari della Brigata della Guardia di Finanza di Positano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare, disposta dal G.I.P del Tribunale di Salerno, nei confronti di un giovane di circa vent’anni e residente in Positano, indagato per il reato di atti sessuali con minorenne (ex art 609 quater c.p.) consumato ai danni di un bambino minore di 8 anni.
Le indagini sul reato sessuale, avviate in seguito ad un’accorata denuncia sporta della madre del minore presso l’ufficio denunce presso la Brigata della Guardia di Finanza di Positano, hanno chiesto l’intervento degli specialisti della sezione di Salerno della Polizia Postale che, mediante l’installazione di telecamere, il monitoraggio di social network e l’analisi dei traffici telefonici, hanno consentito di ricostruire il modus operandi del giovane.
Questi infatti, adescava bambini intrattenendosi con loro in lunghe conversazioni sui social network, e poi li invitava in un locale preso in fitto col pretesto di far utilizzare loro giochi elettronici, aiutarli ad aggiustare le loro biciclette o gonfiare i loro palloni.
Appostamenti e riscontri ad opera del personale della Brigata della Guardia di Finanza hanno confermato quanto ipotizzato dalla Polizia Postale, facendo anche emergere che il giovane accusato di reato sessuale svolgeva l’attività di baby sitter e godeva della piena fiducia sia dei bambini che dei loro genitori.
Numerose sono le dichiarazioni rese in tal senso dalle persone ascoltate anche dal Pubblico Ministero titolare delle indagini.
Quanto ipotizzato dalla Polizia Giudiziaria, cioè il reato sessuale, veniva avvalorato, poi, dalla consulenza psichiatrica effettuata sull’indagato, e dalla consulenza e perizia psicologica sul minore, che rendeva dichiarazioni al Pubblico Ministero ed al giudice in sede di incidente probatorio, riferendo di essere stato, in più occasioni, oggetto di atti sessuali.
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