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Ravello, strangolata e rinchiusa in una cassapanca

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Ravello, strangolata e rinchiusa in una cassapanca

Dopo ore d’interrogatorio e indagini, non ci sono più dubbi: Vincenza Dipino ha confessato di aver ucciso la vittima e di averla poi adagiata in una cassapanca nella sua stessa abitazione di Ravello

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Un triangolo amoroso sembra sia alla base della macabra vicenda che ha colpito nella giornata di ieri, Ravello e tutta la Costiera Amalfitana. 

Un cadavere rinvenuto in una cassapanca e una storia di sospetti e passioni amorose. Una vita spezzata, quella di Patrizia Attruia, 48 enne originaria dell’Agro nocerino, trasferita con il compagno a Ravello, in via San Cosma, nei pressi del Santuario, ospiti di Vincenza Dipino, una donna che aveva deciso di tenerli in casa dopo che era morta sua madre.

Ed è stata proprio della donna, tanto gentile e premurosa ad uccidere Patrizia, accecata dall’amore per suo marito.

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Triangolo amoroso finito in tragedia

L’autopsia dovrà stabilire con certezza le cause dalla morte. Per ora il medico legale Giovanni Zotti ha dichiarato: «Quel che è certo è che Patrizia Attruia è morta per soffocamento. Ora sarà necessario capire se si è difesa, cosa che penso, e quanto tempo ci sia voluto prima che spirasse».

«Solo l’esame autoptico – continua il medico legale – potrà chiarire tutti i dettagli di questa triste vicenda. Potremo così scoprire se vi sono tracce di dna sotto le unghie della vittima, sapere se la stessa ha tentato di difendersi e quando tempo sia trascorso prima che morisse. Non è detto che il soffocamento possa portare a una morte immediata. Da un primo esame esterno abbiamo appurato che è morta per soffocamento, ma ci sono altri segni che vanno analizzati e comparati anche a fronte delle rivelazioni che farà la persona arrestata nel corso degli interrogatori. Attendo di coordinarmi con il sostituto procuratore Cristina Giusti, titolare dell’inchiesta, per procedere all’esame e contribuire a far luce su questo omicidio».

 

fonte: Il vescovado

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