Rapina al Crystal, un negozio di bigiotteria situato ad Apice. Ecco la testimonianza della titolare. “Tanta paura, ma soprattutto tanta rabbia”
APICE (BN) – “Erano in due: mentre uno faceva da palo in macchina nel parcheggio, l’altro è entrato nel negozio”. T. M., dopo una giornata che mai avrebbe voluto trascorrere, trova di nuovo la forza, e racconta ai nostri microfoni i particolari della rapina avvenuta nel suo negozio, il “Crystal Magic Moment”, nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 18.45, ad Apice, in località San Donato.
Ventiquattro anni, titolare di un esercizio commerciale di bigiotteria da sette, T. M. ha la voce rotta dalla paura. È stanca, provata dalla tensione di quelli che ha definiti minuti lunghi e interminabili. “Quando i malviventi hanno sferrato il colpo ero da sola in negozio. Non c’era nessuno, nemmeno un cliente – ci racconta T. – È stato orribile”.
Solo qualche secondo di silenzio, e T., che ha lo sguardo perso nel vuoto, prosegue il suo racconto. “Prendi i soldi! Ha esclamato l’uomo, che mi ha anche minacciato con una pistola, forse giocattolo. Non saprei affermarlo con certezza”.
A quel punto la paura che le facessero del male aumentava inesorabilmente. “L’obiettivo del bandito, un uomo grande e grosso, era il registratore di cassa – ci dice T. – Ma in cassa c’erano solo pochi contanti. E così si è avvicinato, ha afferrato la mia borsa e ha impugnato il portafogli, portando con sé anche i documenti. Per fortuna hanno rubato solo 50 euro, tutto l’incasso della giornata”.
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Le chiediamo allora di fornirci qualche particolare dell’aspetto fisico del malvivente entrato nel locale. “Era italiano. Questo posso affermarlo con certezza. Non so dirvi altro. Aveva il volto coperto da uno scaldacollo, e non sono riuscita a capire neppure l’età. Ricordo solo un uomo molto alto che brandiva la pistola”.
I banditi, ancora a piede libero, sono poi fuggiti a bordo di una macchina, di cui la vittima però non ricorda nessun particolare.
Sono spariti così i due ignoti, nel silenzio di un quartiere scarsamente illuminato, scandito soltanto dalla monotonia e dalla ripetitività dei piccoli gesti quotidiani. Una routine, quella che caratterizza località San Donato, per nulla scalfita da un evento straordinario, come quella di cui è stata vittima la giovane T. M. “In questa zona ci sono solo un paio di esercizi commerciali. Ma qui nessuno sembra aver visto e sentito nulla. Forse a causa del buio”, ci confida la ragazza.
“Tanta paura, ma soprattutto tanta rabbia”. Queste le parole conclusive pronunciate della giovane titolare, che afferma: “Il 10 ottobre scorso ho trasferito il mio negozio dal centro del paese a contrada San Donato. Sì, è vero, si tratta di una zona piuttosto isolata ma inizialmente non avevo paura. Nel quartiere, in passato, c’era già stato qualche furto. Ma solo durante la notte. Ora il timore c’è anche se a dominare è soprattutto la rabbia. Sebbene sia molto difficile andare avanti giorno per giorno, io mi guadagno da vivere onestamente. Ed è per questo motivo che spero venga fatta giustizia al più presto”.