A Camerota, da ieri, è stata sospesa la raccolta dei rifiuti. Gli operai della Yele s.p.a. sono in assemblea: non percepiscono il salario da 11 mesi. Il Sindaco Romano ordina la ripresa del servizio
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Italo Calvino, nelle sue “Città invisibili”, li definiva gli “angeli custode della notte”, consapevole del loro importante ruolo sociale. Parliamo degli operai addetti alla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. A Camerota, per loro, oltre il danno anche la beffa.
Alcuni di loro, alle dipendenze della Yele s.p.a. – società concessionaria del servizio nel suddetto comune, come in altri del Cilento -, da ieri hanno sospeso la raccolta dei rifiuti, riunendosi in assemblea presso l’isola ecologica in località Sciania. La causa è che dal Comune di Camerota vantano arretrati del salario pari a 10 mensilità.
Problema con il quale convivono ormai da troppi anni, ricordando che in passato hanno vissuto anche giornate peggiori, giungendo a 22 mensilità di arretrati. L’ultima agitazione risale a metà settembre, quando scioperarono per un paio di giorni, ottenendo dall’amministrazione in carica il remunero immediato di 3 mensilità, e la promessa orale che nel giro di poche settimane ne sarebbero state versate delle altre. Impegno prontamente non mantenuto.
Intanto il Sindaco Antonio Romano corre ai ripari. Come già successo in passato, da stamane, il servizio di raccolta dei rifiuti è stato assicurato rivolgendosi ad altro personale incaricato dal Comune. Circostanza che ha fatto indignare gli operai in assemblea.
Ieri invece, il primo cittadino aveva inviato una nota, con Prot. G.0017328/2016 in uscita, per informare dei fatti la Yele s.p.a., la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, ed i Carabinieri della locale stazione di Marina di Camerota. Oltre che per diffidare, con detto documento, la società Yele a garantire sin da subito il servizio appaltato, pena la risoluzione del contratto.
Ed alla nota fa seguito l’ordinanza sindacale n.39 del 14-11-2016, con la quale si ordina alla Yele l’immediata ripresa del servizio. Con la specifica che in caso di inadempienza l’Ente provvederà in proprio ad assicurare il servizio, ma a spese della società inosservante.
Situazione paradossale, che tra i cittadini ha scatenato una contestazione sui social. In molti, solidali con gli operai, si chiedono che fine fanno i soldi delle tasse versate dai contribuenti all’Ente. Ricordando che al 31 Ottobre c.a. è stata versata anche la seconda, ed ultima, rata della tassa sui rifiuti.
Ha dell’assurdo quanto raccontato da un operaio in mattinata. Esso per adempiere al dovere di buon cittadino, a fine Agosto per poter pagare la prima rata della tassa sui rifiuti, trovandosi in enorme disagio, ha dovuto farsi prestare 85 euro dagli amici.
La vicenda andrebbe approfondita nell’interezza, anche dagli organi di controllo preposti a ciò. Una piaga sociale notevole, ma silenziosa, che sta affliggendo delle persone per bene che con dignità hanno continuato a svolgere il loro dovere.
Costretti a vivere, nel silenzio, in una situazione di permanente instabilità morale, che spesso sfocia, inevitabilmente, in malumore e perenne disagio anche nei confronti dei loro familiari. Un problema a cui non siamo estranei. Loro appartengono alla nostra comunità, oltre ad esserne gli angeli custode.
Galleria Fotografica – All Right Reserved Pietro Avallone
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