Raccolta differenziata: il “modello Baronissi” approda come case study al II simposio internazionale sull’Urban Mining di Bergamo
<<Il SUM2014 è finito. Ora Baronissi e il suo sistema di raccolta dei rifiuti sono noti in altri 45 Paesi, dopo aver conquistato il Brasile lo scorso anno!>> – Queste le parole dette al ritorno dal convegno di Bergamo dal professore Giovanni De Feo, docente di ingegneria industriale e Scienze Ambientali dell’Università di Salerno.>>
Ecco le domande poste durante l’intervista al professore Giovanni De Feo
Che cos’è l’Urban Mining?
<<Urban Mining” significa letteralmente “Miniera Urbana”. In paesi come l’Italia, privi di materie prime come petrolio, gas, minerali e metalli, gettare in discarica le “risorse” presenti nei rifiuti urbani e industriali è inaccettabile, moralmente, economicamente e ambientalmente. L’urban mining mira, pertanto, proprio al recupero di queste risorse. In quest’ottica non è più accettabile in concetto di rifiuto: bisogna parlare di materiali a fine di un loro ciclo di vita>>.
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Quali sono i vantaggi del sistema di raccolta rifiuti di Baronissi portato in esame come modello di studi?
<<Il sistema di raccolta dei rifiuti di Baronissi ha diverse peculiarità. Innanzitutto il Centro di raccolta dei materiali riciclabili è il perno intorno al quale ruota tutto il sistema. I cittadini, infatti, vi si possono recare per portare i propri materiali riciclabili e ottenere, in una sorta di “centro commerciale alla rovescia”, gli ecopunti da convertire in Euro! Il concetto è sintetizzabile in uno slogan che propongo per rendere ancora più appetibile il sistema: “Prima di andare al centro commerciale a fare la spesa, passa al centro ambientale a fare la pesa!”. I materiali, infatti, sono rigorosamente pesati e pagati! Proprio come in un centro commerciale, semplicemente con il flusso invertito: il cittadino porta i materiali e la commessa paga!>>
Un altro elemento importante è la raccolta del residuo secco indifferenziato che avviene solo una volta ogni due settimane. Questa scelta ha consentito di far notevolmente incrementare la percentuale di raccolta differenziata, ridurre il residuo e, soprattutto, la tassa da pagare: di quasi il 17% negli anni dal 2010 al 2012.
È un sistema esportabile?
<<Questa domanda mi è stata posta proprio al convegno internazionale tenutosi nei giorni scorsi a Bergamo. La risposta è certamente sì. Ho ricevuto tantissime domande dai colleghi stranieri (erano rappresentate ben quarantacinque nazioni) e italiani. Sono piaciute moltissimo sia l’idea del “cambio d’olio” sia la recentissima “pasta d’alluminio”, che prevede uno scambio tra 6 chili di alluminio e un chilo di pasta fresca: in inglese diventa “aluminium pasta”!>>
Cosa pensa del “modello” Baronissi?
<<Ho iniziato a studiare questo sistema nel 2005 e, quindi, sono quasi dieci anni che lo conosco ed ho potuto apprezzare come sia progressivamente migliorato grazie alla sinergia tra amministrazione e tecnici!>>
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