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Incontro deserto, esplode la rabbia dei dipendenti de La Quiete

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Incontro deserto, esplode la rabbia dei dipendenti de La Quiete

Scene di panico nella giornata di ieri quando gli operatori della Casa di cura La Quiete hanno appreso dell’ennesimo vertice fallito

[ads2] Cinque mensilità arretrate per un uomo a cui tocca mandare avanti una famiglia significa trovarsi in una condizione, anche psicologica, molto pesante. Lo sanno bene i dipendenti della Casa di cura La Quiete protagonisti ieri di un’accesa protesta. L’ennesimo nulla di fatto per l’importante incontro in Prefettura di ieri mattina ha scatenato l’ira degli operatori che sono scesi in strada incendiando dei cassonetti della spazzatura con scene di panico.

Il tutto nasce dalla mancata presenza, ancora una volta, del patron Leonardo Calabrese oltre che dei vertici dell’Asl e dell’Agenzia delle Entrate all’incontro, assenze importanti che sono apparse ai dipendenti come un segnale inequivocabile che segna il crollo delle ultime speranze. Nei giorni scorsi si era chiesto espressamente la presenza all’incontro dei rappresentanti dell’Azienda Sanitaria ed appunto di Calabrese per tentare di arrivare ad un accordo. Quest’ultimo ha inviato una missiva in cui ha annunciato la presenza al summit solo nel caso di partecipazione dell’Agenzia delle Entrate.

Sono ormai cinque mesi che i lavoratori non vedono riconoscersi lo stipendio ed orala quiete sembra una chimera anche l’ipotesi di un anticipo delle spettanze, ipotesi che il primo cittadino di Pellezzano Giuseppe Pisapia aveva avanzato all’indomani della clamorosa manifestazione del 25 settembre scorso quando un operatore, in preda alla disperazione, si era cosparso di liquido infiammabile. Una situazione intricata quella de “La Quiete” che vede l’intervento dell’Agenzia delle Entrate che a seguito di presunti debiti, ha pignorato alcune somme che la Regione Campania aveva riconosciuto alla casa di cura. Calabrese, dal canto suo, ha più volte puntato il dito contro l’ente di riscossione chiedendo di far chiarezza sull’ipotetica situazione debitoria manifestando l’impossibilità di anticipare le somme per mancanza di liquidità.

Clima teso in Via Giovanni Amendola a Capezzano sede dell’istituto che ha in cura pazienti affetti da problemi psichici. Pesanti le dichiarazioni del rappresentante della Cisl Antonio De Sio: “Dopo l’assenza del patron Calabrese anche al summit di oggi la situazione ci sembra ancora più fosca, noi dal canto nostro abbiamo dichiarato lo stato di agitazione, nonostante ciò – conclude De Sio – i dipendenti continueranno a garantire le prestazioni sanitarie ai degenti dimostrando, ancora una volta, la massima professionalità“.