Il GUP del Tribunale di Napoli in fase di udienza preliminare, ha ritenuto le accuse inconsistenti e disposto il proscioglimento di Pugliese poiché il fatto non sussiste
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Riceviamo e pubblichiamo come da segnalazione giunta alla nostra redazione:
Egregio Direttore, in riferimento all’articolo pubblicato dal suo quotidiano e online il 18 ottobre 2013 La prego per diritto di cronaca e di replica cosi come vuole le legge in materia di pubblicare anche il mio totale proscioglimento da questa assurda vicenda. GRAZIE
Si è conclusa l’indagine giudiziaria portata avanti dal P.M Henry John Woodcock dall’ottobre del 2013 che attraverso un avviso di garanzia accusava l’ex parlamentare dott. Marco Pugliese di infamanti reati di “falso e truffa” per il rimborso presso la struttura sanitaria della Camera dei Deputati di alcune fatture per prestazioni fisioterapiche mai effettuate in una struttura sanitaria nel napoletano.
Il G.U.P del Tribunale di Napoli in fase di udienza preliminare, ha ritenuto le accuse inconsistenti e quindi con una sentenza di proscioglimento ha dichiarato che il fatto non sussiste, tanto da ritenere di non iniziare nemmeno il processo. Tra l’altro il P.M. Woodcock nel Luglio 2016 aveva anche chiesto ed ottenuto alla Camera dei Deputati,senza alcuna opposizione da parte dell’on. Pugliese, l’autorizzazione ad usare il tabulato telefonico per le intercettazioni legate all’indagine.
“Finalmente la vicenda si è conclusa – dichiara Marco Pugliese - Giustizia è stata fatta. Non ho avuto mai dubbi della mia totale estraneità rispetto alle accuse. Tra l’altro chi mi conosce sa benissimo che proprio in quel periodo fui vittima di un grave incidente che mi comportò la rottura del tendine di Achillee la lesione dei legamenti della caviglia sinistra con dovuti interventi chirurgici. Per questo ho dovuto sostenere delle specifiche fisioterapie di trattamento, per poche centinaia di euro, rimborsatemi dall’assistenza sanitaria integrativa della Camera.
I deputati attraverso una retta mensile di euro 550 sono vincolati obbligatoriamente e quindi non possono portare tali spese in detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. L’occasione mi è gradita per ringraziare i miei legali, i miei familiari e i tanti amici che in questa fase mi sono stati vicini. Sulla mia pelle, ho capito quanto è importante riformare la Giustizia nei confronti dei cittadini italiani, che spesso si dimostra troppo celere per indagare, denigrare e infangare le dignità delle persone e troppo lenta per dimostrare il contrario”.
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