Dall’11 al 25 ottobre 2014, Palazzo Fruscione a Salerno ospiterà la prima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea con un programma variegato pensato per coinvolgere la città e gli spettatori su più fronti. Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, definisce la Biennale un progetto permanente
Salerno sta camminando verso il futuro, e sono chiari i riferimenti e le iniziative in questa direzione. Introdurre una nuova estetica significa far crescere la città e portare lavoro, soprattutto ai giovani. Significa anche trasformare l’impatto urbanistico per portare uno stile di vita nuovo, una diversa mentalità, crescita, competitività.
Questa prima edizione della Biennale si prospetta davvero interessante e adeguata al luogo in cui sceglie di prendere forma, fino a diventare un appuntamento fisso ogni due anni. Olga Marciano (presidente di Salerno in Arte) e Giuseppe Gorga (vicepresidente di Sart), oltre a essere coloro che attivamente hanno voluto portare questo ambizioso progetto nel sud Italia, sono soprattutto due artisti che si occupano di tematiche ambientali, attraverso la rielaborazione in termini artistici di “rifiuti”. Questa attenzione allo svecchiamento e alla valorizzazione della città di Salerno viene riproposto anche nella Biennale, in due modi: scenografie ecosostenibili e il progetto “Light in Salerno”, che mira a ricreare il sistema luminoso dalla città con installazioni o sculture realizzate anche con rifiuti; questo progetto potrà poi confluire nelle “Luci d’Artista”, fiore all’occhiello della città.
La Biennale si rinnova rispetto alla tradizione e incontra i modelli mediatici per rendere possibile la comunicabilità dell’Arte Contemporanea, e avvicinare chi di solito scappa di fronte a questo nuovo linguaggio. Consiste in cinque momenti e contesti: Residenza d’Artista, dove 5 artisti potranno essere premiati ed essere ospitati nel laboratorio di “Ceramica Santoriello di Vietri sul Mare“; Contemporanea Giovani, in cui giovani artisti potranno esporre le proprie opere insieme a quelle di artisti internazionali, una buona occasione per confrontare diversi sguardi dell’arte; Light Salerno; La tela più lunga d’Italia, che invece consiste in un’estemporanea di arte in cui possono partecipare diversi artisti su un tema libero; infine Artisti in Quarantena, che, invece, incontra la ricezione televisiva di format come il “Grande Fratello”, chiudendo 4 artisti in una stanza del Palazzo dove dovranno produrre arte: una sorta di ribaltamento di ciò che accade in TV, ma che potrebbe incuriosire le giovani generazioni, superando quello che è il metodo espositivo delle opere contemporanee, sempre più complesse da comprendere.
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Complessità legata al limite del linguaggio, non più in grado di definire cosa sia l’arte di oggi, e più volte ribadito da Angelo Calabrese, storico e critico d’arte che sarà uno dei membri della Giuria. Egli afferma quanto sia diventato necessario portare l’arte a contatto con la gente, superando concetti come il perimetro e la prospettiva, perché l’Arte Contemporanea racchiude un’altra forma mentis, racconta un’altra realtà, prende forma e ha senso di esistere se inserita nel flusso della vita. L’arte non serve più a nulla se non ci aiuta a comprendere e a prendere parte del nostro tempo, deve staccarsi dalla pareti dei musei per diventare prima di tutto evento, festival, incontro, dibattito, confronto.
Grande interesse da parte del sindaco della città, che quasi sconvolge stampa e ospiti durante la conferenza stampa di mercoledì 25 settembre, il quale dichiara: “A Salerno deve nascere un museo di Arte Contemporanea, perché Salerno, e tutto il sud Italia, deve rinascere attraverso giovani creativi della nostra società. Noi vorremmo che ogni angolo, ogni piazza, ogni strada sia un luogo di Arte Contemporanea fatta dai nostri artisti, perché questo può portare anche un turismo nuovo, quello culturale. L’arte deve diventare un progetto di lavoro, non solo trasformazione della città. Il primo passo è stato fatto. Dobbiamo avere il coraggio di essere ambiziosi, noi stessi, per poter programmare il nostro futuro e fare di questa città uno dei più importanti centri di Arte Contemporanea a livello internazionale, perché non abbiamo più bisogno di contemplare il vecchio, il nulla, abbiamo bisogno di lavoro e creatività, innovazione e modernità”.
Un’altra importante novità è l’app “Nextsense Oneshot”, ideata da tre giovani con diverse formazioni e punti di vista per promuovere il territorio, finalmente, in maniera semplice e veloce. Carmelo R. Cantiere, Rosario Valles e Carmine Pecoraro hanno lavorato per più di un anno nella realizzazione di un’applicazione in grado di accompagnarti nella riscoperta del territorio in cui ti muovi, fino a una rinnovata fruibilità fisica, anche dei locali e dei negozi, creando una giusta “democrazia” tra venditori fisici e virtuali. Rispetto alla Biennale, questa app diventa particolarmente significativa perché riporta l’icona del sito della Biennale di Salerno in alto, dalla quale è possibile accedere direttamente. Inoltre offre la possibilità di fare un viaggio virtuale nella Biennale, conoscendo le opere e gli artisti. Sintesi di ricerca sul territorio, SOS ed eventi in programma, “Nextsense Oneshot” diventa un’app personalizzata, che elimina la massacrante e fastidiosa notifica che arriva sui cellulari per ogni singolo aggiornamento, ma avvisa solo quando l’utente lo richiede, anzi, meglio, lo segue sul territorio. Ad esempio se ci troviamo in una città e stiamo cercando un paio di scarpe specifiche a un certo prezzo, ma non sono disponibili, ci arriverà la notifica nel momento in cui sarà individuato il posto in cui possiamo recarci, di conseguenza anche in un’altra città. Commercianti, associazioni, operatori turistici e culturali, cittadini, sono dunque invitati a collaborare all’integrazione delle informazioni, per contribuire allo sviluppo di questa nuova idea di app.
Infine c’è da ricordare l’importanza del premio scelto per la Biennale, che è dedicato a Trotula De Ruggiero, la prima donna medico, che ha frequentato l’illustre Scuola Medica di Salerno, primo centro di cultura non controllato dalla Chiesa; ribadendo anche l’attenzione al mondo femminile da parte degli organizzatori della Biennale.