L’avv. Roberto Loi, presidente dell’ASI, si mobilita in vista delle misure che il governo Renzi sta per intraprendere
[ads2]Sembrerebbe uno scherzo partorito da un comico di cattivo gusto, e invece, purtroppo, è tutto vero: Renzi sta per causare il collasso totale del mercato dei veicoli storici. Con il comma 28 dell’articolo 44 della Legge di Stabilità 2015 (da sottolineare il fatto che, a tutt’oggi, non si è ancora capito cosa dovrebbe stabilizzare, precisamente, in Italia), il governo Renzi ha stabilito di eliminare i requisiti di storicità delle autovetture e dei motoveicoli, fino al compimento del 30esimo anno di età degli stessi (attualmente il limite è stabilito a 20 anni).
Il governo, evidentemente, alla notizia che c’erano auto e moto a non pagare tasse come le altre “soltanto” perché iscritte al registro storico, ha ben pensato di aumentare il limite legale per la condizione di storicità da 20 a 30 anni, forse pensando di far buona cosa. Ergo la misura è stata indetta affinché anche i mezzi storici fino a 30 anni paghino bollo e assicurazione come le auto normali, e, come tutti ben sappiamo, nella nostra regione, di assicurazioni, per qualche arcano ed oscuro motivo, si paga oltre il doppio rispetto alla media delle altre regioni italiane.
A dire il vero, il perché si sa eccome. Ma non è ben chiaro il motivo per cui, per contrastare la criminalità organizzata e le truffe alle assicurazioni, debba andarci di mezzo una cospicua fetta di popolazione (la maggioranza), che spesso non sa nemmeno dove tirar fuori i suddetti soldi per pagarsi l’assicurazione. Come se, ai truffatori, importasse qualcosa del suo costo.
Questo vorrebbe dire, in parole povere, che tutti coloro che non saranno in grado di spendere 1000 euro (nella migliore delle ipotesi) l’anno per l’assicurazione della propria auto già storica ed i relativi bolli e controbolli, sebbene non sia trentennale, saranno costretti ad andare a piedi.
Il presidente dell’ASI, avvocato Roberto Loi, è già sul piede di guerra da qualche giorno, e dopo aver inviato la seguente missiva ai presidenti dei club di tutta Italia, sta prendendo i dovuti provvedimenti per far sì che tutto ciò non accada:
Inoltre, il Presidente fa notare come, con questa misura, il governo non riceverà neanche lontanamente ciò che aspetta di ottenere, ma anzi, la misura non farà altro che danneggiare maggiormente il Paese. Seguiamo insieme il suo ragionamento:
Dal 2000 al 2013 l’Automotoclub Storico Italiano ha contato 501.000 veicoli iscritti. Di questi, il 15% è stato demolito e il 10% ha superato i 30 anni nel frattempo. Quindi bisogna eliminare il 25% dei 501.000 veicoli, che ammonterebbe quindi a 375.000 circa.
Siccome la potenza media dei veicoli non supera i 60 CV, la tassa media non percepita in questi anni dal governo è di circa 150 euro per veicolo l’anno. 150€ moltiplicato per 375.000 veicoli è pari a circa 56.250.000 euro. Una bella cifra, non vi pare? Ma è qui che arrivano i problemi.
Difatti, eliminando la condizione di storicità dei veicoli con età compresa tra i 20 e i 30 anni, che saranno quindi costretti a pagare le tasse come un’auto normale, è stato stimato che non rimarrebbero circolanti neanche 50.000 dei 375.000 veicoli previsti. Quindi il governo potrebbe guadagnare soltanto 150×50.000=7.500.000 euro. Una bella riduzione, dagli oltre 50 milioni precedenti.
Adesso, dopo aver calcolato l’utile che il governo ricaverebbe da questa manovra, calcoliamo, invece quanto l’Italia (ergo lo Stato stesso) perderebbe, con la mancata circolazione di 325.000 veicoli storici:
la spesa di manutenzione media per un veicolo storico è, secondo le stime fiscali, di 15.000 euro l’anno, anche se in realtà, volendo essere realisti, ammonterebbe a circa 2.000 euro l’anno. Questo, moltiplicato per i 325.000 veicoli non più circolanti, causerebbe una perdita di attività economica pari a circa 650 milioni di euro. 650.000.000 euro. Se, per puro caso, dovesse esistere un libro intitolato “Come distruggere l’economia di un’intera nazione”, sarebbe scritto senza dubbio da italiani.
Una delle attività principali dei veicoli storici è, inoltre, l’organizzazione e la partecipazione ai raduni. Un raduno, in media, crea un giro economico di circa 5.000 euro. Moltiplicato per circa 2.500 raduni l’anno, la perdita ammonterebbe a circa altri 12.500.000 euro.
Nella stessa ASI, vista la misura, si troverebbero a rischio un numero elevato di lavoratori, attivo nei suoi 270 club, visto che, di lavoro, non ce ne sarebbe effettivamente più molto.
Le agevolazioni assicurative per i suddetti veicoli verrebbero a mancare, ciò causerebbe la già citata mancata circolazione dei mezzi, che comporterebbe la perdita totale degli introiti assicurativi per 325.000 veicoli. Perdita, sicuramente superiore a 150 euro a veicolo.
A conti fatti, il governo, nella prospettiva ipotetica di racimolare 56.250.000 euro (molto più realisticamente saranno i già citati 7.500.000), sta rischiando concretamente di perdere 650.000.000 + 12.500.000 = 662.500.000 euro di mancato giro economico, senza contare i circa 50.000.000 euro circa per le attuali tasse assicurative, ogni anno.
E, soprattutto, senza contare la benzina o il gasolio necessario per far circolare i suddetti mezzi che, ovviamente, non circoleranno più: un autogoal davvero incredibile, considerando che il governo potrebbe perdere quei 7 milioni di euro guadagnati con la manovra soltanto a causa della mancata erogazione di combustibile, su cui, come ben sappiamo, oltre la metà del prezzo è costituito da tasse che finiscono dritte nelle loro tasche.
A fronte di un’entrata ipotetica di circa 7 milioni di euro, il governo Renzi sta per distruggere oltre 700 milioni di euro annuali di economia italiana, tramite un’ennesima misura di cui, evidentemente, non avevamo bisogno.