Il presepe vivente, curato da “La meglio gioventù”, è l’anima mistica del centro storico di Camerota
[ads2] Il Presepe vivente a Camerota, che si è svolto lunedì 29 dicembre, organizzato dall’Associazione teatrale La meglio gioventù, ha riscaldato il centro storico e coinvolto la comunità, nonostante il forte freddo che sta caratterizzando le festività natalizie del Cilento e non solo.
Il presepe è introdotto da una voce narrante, che spiega l’essenza dell’evento. Due pastori in particolare, interpretati da Tommaso Del Gaudio ed Elvira Bencivenga, attraversano il presepe vivo e palpitante di Camerota inconsapevoli di ciò che sta per accadere. La Madonna e san Giuseppe percorrono, simultaneamente ai pastori, le strade del borgo, come a Betlemme, per poi essere ritrovati dalla folla nella grotta. Come in un percorso di ricerca, che porterà fin dove sarà concepito Gesù, viene narrata una tipica situazione che ricompone l’atmosfera del grande evento legato alla cristianità: la nascita del Salvatore.
Cambia lo scenario: Camerota si mostra nei suoi mestieri, nei suoi riti, fissandosi in un passato che, attraverso i costumi e il recitato in dialetto locale, aggiunge un valore mistico e solenne alla rappresentazione.
La lavorazione della creta, del legno e dei cesti. Le zeppole fritte davanti ai nostri occhi dalle signore, con cui s’interfacciano i pastori nel cammino verso colui che sarà adorato. Le stradine del centro storico si rianimano, e i dialoghi tra gli attori e le comparse, la musica, eseguita dalle zampogne e dagli strumenti musicali tipici della musica natalizia (Pantaleo Ciociano, Vincenzo Di Mauro e Gennaro Chirico), riescono a cadenzare il tragitto della comunità alla ricerca di una speranza.
L’annuncio dell’angelo ai pastori porta alla diffusione di quanto accaduto intorno a loro: “Tu scendi dalla stelle”, cantato dal vivo, accompagna la comunità fino al punto cruciale del presepe vivente, la grotta, dove tutto s’illumina per concludersi in maniera evocativa.
La meglio gioventù mette in scena il presepe vivente “come a Betlemme”, per far rivivere le stesse emozioni che si sono provate in quel momento storico, che continua ad affascinare.
Foto a cura di Gianluca Mansi