I finalisti del Premio Strega 2016 presentano i loro romanzi al Salerno Letteratura durante la prima serata svoltasi nell’atrio del Duomo salernitano
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Si è tenuta ieri sera, presso l’atrio del Duomo di Salerno, la presentazione dei nomi dei cinque finalisti del Premio Strega. Per la prima volta a Salerno arrivano in anteprima i nomi dei cinque finalisti del famosissimo premio letterario selezionati fra i dodici autori della long list, grazie alla collaborazione con la Fondazione Bellonci e con il Ravello Festival. Stefano Petrocchi presenta i nomi dei cinque finalisti facendoli salire sul palco per presentare i loro romanzi.
Eraldo Affinati, Elena Stancanelli, Giordano Meacci, Edoardo Albinati, e Vittorio Sermonti sono i cinque scrittori candidati alla vittoria, ma alla serata sono assenti Albinati e Sermonti, che hanno comunque raccontato i loro romanzi tramite video. I finalisti sono stati scelti appena tre giorni prima della serata evento prevista per il Salerno Letteratura e ognuno dei loro lavori sembrava voler portare un’aria di innovazione alla nostra letteratura odierna.
“L’uomo del futuro” è il romanzo di Eraldo Affinati, che è il primo a prendere la parola. Egli è già stato finalista nel ’97, tuttavia con questo romanzo sembra voler tornare alle origini della propria scrittura. Il libro, per stessa ammissione dell’autore, è quasi autobiografico e riguarda la sua attività di insegnante e viaggiatore. Il romanzo ripercorre la storia e i passi di Don Lorenzo Milani e si propone di cercare, trovare e descrivere gli insegnanti che in giro per il mondo ripercorrono le sue orme. Il tutto è curiosamente scritto in seconda persona nonostante si presenti quasi come un’autobiografia.
“La scuola cattolica” edito da Rizzoli è il romanzo presentato da Edoardo Albinati, uno dei due autori assenti. Il suo libro è ambientato negli anni 70 e ne è protagonista il massacro del Circeo, compiuto da alcuni compagni di scuola dello scrittore. Il romanzo si propone di ipotizzare i motivi che hanno portato questi ragazzi a compiere una simile brutalità, in un’analisi psicologica che punta al cuore.
Giordano Meacci, che fa il suo esordio da scrittore proprio al Premio Strega con il suo primo romanzo “Il cinghiale che uccise Liberty Valance”, incentra la sua narrazione su un cinghiale che scorazza nei boschi insieme ai suoi simili. Un giorno l’animale acquista facoltà che trascendono la sua natura e non solo diventa capace di elaborare pensieri degni di un essere umano, ma diventa addirittura consapevole della morte. Troppo umano per essere del tutto compreso dai suoi simili e troppo bestia per non essere temuto dagli umani, il cinghiale si ritrova emozionalmente in una “terra di nessuno”.
Il libro di Vittorio Sermonti, edito da Garzanti, si intitola “Se avessero” e si presenta come uno scritto basato su un’ipotesi, su una probabilità. L’autore spiega in video qual è la domanda principale di questo romanzo: cosa sarebbe accaduto se i partigiani avessero fucilato suo fratello la mattina in cui fecero irruzione in casa sua? Anche questo scritto, per stessa ammissione dell’autore, potrebbe essere definito autobiografico ad occhi chiusi. Eppure lo stesso Sermonti ci tiene a specificare che si avvicina all’autobiografia, ma non del tutto, e si fonde con il puro gusto della narrazione.
“La femmina nuda” è l’unico romanzo scritto da una donna in una rosa dei finalisti totalmente al maschile. Elena Stancarelli propone un romanzo spudorato e fortemente contemporaneo. Protagonista del racconto è Anna, donna reduce dalla separazione con il compagno Davide, che diventa ossessiva nei comportamenti ed esagerata nelle reazioni, in completa antitesi con quella che sembrava essere la sua personalità prima della rottura.
Gli autori si sono trattenuti alla fine della presentazione per firmare alcune copie dei loro libri e in giornata hanno presenziato a Ravello per la seconda tappa del tour dei finalisti del Premio Strega, il cui vincitore sarà decretato l’otto Luglio. Seguono le foto della serata a cura di Federica Crispo.
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