Presentata a Salerno la nuova iniziativa “Io non pago il pizzo”, per combattere usura, estorsione e riciclaggio
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Pizzo, estorsione ed usura sono le piaghe sociali che la camorra ha inferto alle città del Sud Italia. Questa mattina, 2 aprile alle 10.30, presso il Comune di Salerno, una conferenza stampa ha presentato il nuovo programma lanciato dalla A.L.I.L.A.C.C.O. chiamato “Io non pago il pizzo“.
A condurre l’evento il neo sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, il presidente di A.L.I.L.A.C.C.O. Amleto Frosi, l’ex questore di Napoli Franco Malvano, che oggi è commissario regionale anti Racket, e l’assessore alle Politiche Sociali Nino Savastano, nonché diversi esponenti della Polizia Municipale, Carabinieri e dell’ Università di Salerno, con la quale l’associazione si propone di collaborare.
Si tratta di una campagna contro il pizzo, la camorra e reati ad essa collegati, attivata per sensibilizzare l’utenza e promuovere un progetto di educazione alla legalità soprattutto nelle scuole, perché i ragazzi prendano coscienza e sappiano quali sono i pericoli legati alla spirale del pizzo e dell’usura.
Uno sportello attivo presso la sezione delle Politiche Sociali che ha come obiettivo quello di aiutare la gente a non temere di denunciare e non pagare il pizzo.
Le imprese, che possono costituirsi parte civile, devono capire che pagare il pizzo vuol dire favoreggiare la camorra, molto più presente nel casertano che nel salernitano, soprattutto il pizzo non deve impedire di portare avanti un’attività commerciale onesta.
Salerno ormai, anche se in misura minore rispetto ad altri capoluoghi e città campani, è stata colonizzata da clan camorristi come quello dei Casalesi, il cui scopo è quello di “fare soldi facili, e ripulirli attraverso il pizzo, ovvero la copertura di un esercizio commerciale”, secondo Frosi.
Le forze dell’ ordine, purtroppo, offrono una tutela ancora troppo insufficiente per proteggere i cittadini dal pizzo ed estorsione. Per tali motivi, questo sportello vorrebbe instaurare un rapporto di maggior fiducia tra le persone e le istituzioni, per prevenire i rischi del pizzo.
La città di Salerno, inoltre, ha accolto e protetto una famiglia vittima dell’usura, dandole una casa ed un lavoro e dunque può considerarsi maggiormente un vessillo della lotta contro il pizzo.
Altro fenomeno critico legato al pizzo è quello delle banche: in qualche modo esse, come ha spiegato Malvano, si fanno partecipi degli accordi siglati con gli esponenti della camorra, negando in questo modo garanzie economiche alle vittime del pizzo e dell”usura, probabilmente perché ci sono di mezzo dei tornaconti.
Il pizzo, che si può considerare come una tassa pagata ingiustamente per un lavoro svolto in modo legale, deve essere sconfitto per sempre, non solo perché i commercianti ed i cittadini (o chiunque conosca una vittima di pizzo) non possono essere vessati, ma anche perché denunciando si dà la possibilità allo Stato di salvare l’economia nazionale.
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