Ѐ arrivato solo giovedì e domenica è già sceso in campo per uno scampolo di partita a Melfi. Simone Piva, 28 anni, è l’ultimo arrivato in casa granata, ingaggiato dalla società per far fronte all’emergenza infortuni sulle fasce che negli ultimi tempi sta falcidiando la Salernitana (out Luciani, Chirieletti e ora anche Cristiano Rossi). “Pur essendo arrivato solo giovedì – ha dichiarato stamani Piva in conferenza stampa – domenica penso sia andata bene per me, perché comunque mi stavo allenando con la squadra di D con cui ho giocato l’anno scorso (Flaminia Civitacastellana). Se sono pronto per domenica? Dipenderà dal mister, di sicuro non potrò avere i novanta minuti nelle gambe”.
Giocatore navigato, con tanta esperienza tra C1 e C2, l’esterno romano ha spiegato quali sono le sue caratteristiche tecniche: “Sono un terzino sinistro. In passato ho giocato anche a destra, ma la mia posizione naturale è a sinistra. Ho giocato soprattutto in una difesa a quattro, ma l’anno scorso ho fatto anche l’esterno di centrocampo in un 3-4-3, quindi mi adatto bene anche con una difesa a tre. Sono un fluidificante vecchio stampo: mi piace arrivare sul fondo e crossare”.
Sulla gara di domenica scorsa, in cui ha anche “rischiato” di bagnare il suo esordio con un gol, Piva si è così espresso: “Ammetto che il mio era un cross, non un tiro, poi nella fortuna ho avuto la sfortuna di colpire il palo. Penso che la partita sia andata abbastanza bene. Ritengo che il pareggio sia stato un punto guadagnato, non due punti persi, perché il Melfi è una squadra quadrata e ha un allenatore che cura molto la fase difensiva”.
Il neo acquisto granata non ha dubbi su chi sia stato determinante per il suo approdo a Salerno: “Perrone penso sia stato fondamentale perché mi conosceva già dai tempi di Pescina, così come il direttore Susini”.
Infine il difensore ha confessato di essere stato contattato anche l’anno scorso dal Salerno Calcio, trattativa poi saltata a causa della tanto esecrata regola degli under che anche in passato ha condizionato la carriera di Piva: “L’anno scorso non se ne fece più nulla e decisi di avvicinarmi a casa e aspettare l’occasione giusta, perché molte società volevano un under e quindi nessun accordo è mai arrivato. Secondo me questa regola non valorizza i giovani perché, anche se non fosse obbligatorio, quelli bravi giocherebbero comunque”.
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