Più ammortizzatori sociali, sostegno alla maternità: ecco su cosa lavorerà il Governo Renzi per tutelare le donne in stato interessante e in allattamento
Era il 1971 quando l’Italia, reduce dai primi cambiamenti del ’68, si apprestava alle grandi riforme che hanno contraddistinto gli anni ’70. È il decennio del femminismo e del divorzio, delle proteste dalla piazza alle fabbriche e della legge 1204 /71 che disciplina il lavoro delle donne in maternità. Dopo i decreti del 2000 e del 2001, il 4 aprile 2014 ritorna al Senato la giurisprudenza delle lavoratrici madri con il ddl delega al Governo per gli ammortizzatori sociali e le politiche per il lavoro.
Nel testo si legge che sarà estesa l’indennità di maternità a tutte le categorie di donne lavoratrici, con una maggiore flessibilità nelle ore di lavoro, per tornare a casa a prendersi cura del bambino e dare il cambio al marito. Le madri in attesa e in allattamento avranno diritto alla prestazione assistenziale anche “In caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro“.
Una svolta per le lavoratrici sarà data anche dall’inserimento di una “Tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito complessivo della donna lavoratrice, e di armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico“.
Il Ministro Lorenzin ha affermato che “Un paese che non fa figli è destinato a scomparire”, ma ricordi anche che un paese civile deve incentivare gli assegni comunali di maternità e il lavoro giovanile, per uscire dalla dilagante disoccupazione, per non far scomparire l’Italia dalla scena economica per davvero. E che, in sostanza, nessun datore di lavoro presenti nel contratto la clausola di non maternità che, di fatto, elimina una possibile assunzione.
Ora spetta al Governo riformare le normative che tutelano la donna sul posto di lavoro. Il Jobs act riguarda il lavoro e quella parola molto in voga da qualche anno, la flessibilità, per incentivare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Per chi già un’occupazione ce l’ha, Matteo Renzi, il giovane, alla trasmissione 8 e mezzo ha detto che “I 10 miliardi di euro che andranno a dieci milioni di famiglie saranno nel provvedimento di legge che faremo il 15 o il 16 aprile“. Poi, con un tweet, ha annunciato che si occuperà di scuola, senato e Titolo V.
Sì, perché lui un lavoro ce l’ha.