La serata al Teatro Augusteo è stata illuminata dalla forza di Antonella Ferrari, col suo spettacolo dal libro “Più forte del destino-tra camici e paillettes la mia lotta alla sclerosi multipla”. L’attrice racconta si nostri microfoni
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Più forte del destino è stata Antonella Ferrari, di un fato che la vorrebbe inerme e rassegnata. Il Teatro Augusteo ieri sera ha scintillato per lo spettacolo dell’attrice Antonella Ferrari, una rivisitazione del suo libro in chiave teatrale “Più forte del destino-tra camici e paillettes la mia lotta alla sclerosi multipla”.
Ballerina, attrice, artista per vocazione e sensibilità, la Ferrari ha fatto ridere e commuovere la platea salernitana per l’irresistibile humor che ha caratterizzato la sua performance. Un’ironia che fa riflettere, che ha dato un tono leggero ad un argomento di peso come la malattia, la sclerosi multipla, e la disabilità.
Antonella Ferrari racconta come vive la sua patologia attraverso spaccati del quotidiano, e si racconta attraverso gli occhi della gente, che la vede e non capisce come possa una disabile avere tanta voglia di vivere.
Stereotipi ed inutili pietismi sono stati trattati con ilarità amara, ma non sono mancati attimi emozionanti, di una semplicità commovente per la loro potenza, come il monologo rivolto al padre, che ha perduto a causa di una malattia.
I proventi della raccolta fondi di questa serata saranno devoluti all’AISM, della quale è madrina.
L’intervista ad Antonella Ferrari: più forte del destino
Come nasce il desiderio di raccontare e condividere un’esperienza così drammatica come quella della malattia?
L’idea è nata dal mio libro omonimo: io nasco come attrice. Questa è stata la mia prima volta come scrittrice, ma ho deciso di trasformarla in opera teatrale perché in Italia si è abituati a pensare alla disabilità in toni tristi e pietosi. Invece vedrai, questa sera, che per la maggior parte sarà un respiro di sollievo.
Questo spettacolo dunque racconterà in toni leggeri della sclerosi multipla e della disabilità ed i suoi stereotipi. Secondo lei perché le persone hanno così paura del disabile?
Le persone temono il disabile e la disabilità perché hanno paura del dolore. Credono che aver a che fare con un disabile voglia dire doverlo affrontare. Invece io conosco persone disabili che sono divertenti, che non pensano sempre ai loro problemi, Chi ha paura della disabilità è perché non la conosce.
La sclerosi multipla è una malattia che colpisce principalmente donne. Qual è, dunque, il messaggio che vuole dare a coloro che scoprono di esserne affette o che stanno combattendo contro di essa?
Ricevo moltissime lettere di persone che ne sono affette, e che mi confidano le loro paure. Io dico che non devono lasciarsi sopraffare dalla malattia: avere la sclerosi multipla non vuol dire fine di tutto: si può essere benissimo mogli, madri e professioniste. Non le devi permettere di diventare la protagonista della tua vita. Devi esserlo tu.
Quindi, crede che un’ironia intelligente e che fa riflettere possa essere davvero più efficace quando si parla di malattia?
Certo. Questo spettacolo va in scena in giro per l’Italia da due anni riempiendo i teatri, ed al termine c’è gente che viene a salutarmi e a dirmi “Ecco, questo è il modo giusto per parlare di disabilità”. Mi dicono che si divertono ed imparano molto più che ad un convegno.
Un’opera toccante
Un monologo intenso ed emozionante di un’attrice che per una volta non finge di essere chi non è per lavoro, che parla di disabilità troppo eclatante o troppo nascosta, del suo spirito forte nascosto in un corpo ormai fragile, che descrive fisicamente ed empaticamente il dolore e di quanto la voglia di una cosiddetta normalità riesca a superare le barriere della paura di chi le sta intorno [ads2]