Il progetto della Petrone a sostegno dell’iniziativa “Matite colorate per la Palestina” è iniziato nelle scuole salernitane
[ads2] In un momento storico così importante come il riconoscimento dell’ambito premio per la Pace a Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi, due cittadini di India e Pakistan che, per il loro impegno comune, a tutela dei diritti dei bambini, a partire dal diritto all’istruzione, si spera che possano aprirsi nuove prospettive. Quella sul diritto all’istruzione, per esempio, è una campagna che unisce la nazione: musulmani, cristiani e credenti di altre religioni perché come dice la stessa Malala: “un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo”.
Proprio perché l’istruzione è un diritto per tutti, Anna Petrone sostiene l’Agenda della Pace pubblicazione dedicata ai temi della pace, della convivenza tra popoli e del ripudio di ogni guerra nata da un’idea del consigliere Regionale Corrado Gabriele e sposata da Caracò Editore.
All’interno di tale iniziativa si lega un altro importante progetto dal titolo: Matite colorate per la Palestina la cui Petrone diffonde e promuove tra le scuole salernitane, per raccogliere più materiale scolastico possibile di largo consumo da distribuire nelle scuole palestinesi.
Tale materiale didattico – dice la Petrone – sarà destinato ai bambini e ai ragazzi della Striscia di Gaza per i quali purtroppo la scuola rischia di restare un miraggio. Una raccolta che coinvolge varie scuole tra cui l’Istituto Tecnico Industriale Focaccia ed il giorno 23 ottobre, il IV Circolo Matteo Mari. Tale materiale si unirà a tutto quello raccolto in questi mesi e spedito con un gruppo di volontari nella data del 30 ottobre in Palestina.
In attesa di altre adesioni per un progetto così ricco di contenuto, la Petrone conclude dicendo che “l’educazione ai diritti umani nelle scuole mira a favorire i sentimenti di fiducia e di tolleranza sociale fondamentali per la crescita dei bambini. Un approccio di incoraggiamento e di sostegno renderà sempre più efficace qualsiasi attività, anche quelle non strettamente legate all’insegnamento dei diritti umani.”