Ultima conferenza stampa pre partita per mister Carlo Perrone, alla vigilia del match di ritorno di Supercoppa contro la Pro Patria. Lo 0-3 dell’andata sembra inquadrare la sfida dell’Arechi come una pura formalità per la Salernitana, ma per il tecnico romano non è assolutamente così. “Non sono preoccupato di un possibile rilassamento della squadra – ha dichiarato stamani Perrone –. C’è allegria e questo è importante perché il calcio resta sempre un gioco. Stiamo bene, ma quella di domani non è una partita scontata: abbiamo un buon vantaggio ma dobbiamo ancora giocare la partita. Non possiamo e non dobbiamo permetterci di sbagliare”.
Dopo aver conquistato record su record, il trainer granata ha la concreta possibilità di entrare a far parte in maniera ancora più significativa della storia di questo club, conquistando il primo trofeo per ciò che concerne la prima squadra. Ma Perrone ha continuato a non sbilanciarsi sul proprio futuro, rimandando ogni decisione nelle mani della società: “L’eventuale conquista della Supercoppa potrebbe essere decisiva in un senso o nell’altro: potrebbe essere uno stimolo a continuare o un motivo per lasciare. L’ultima parola spetta sempre alla società. Se mi sento in discussione? Io non mi sento mai in discussione come persona: sono sicuro di me stesso e l’incertezza del mio futuro non mi dà da pensare”.
Rimanendo in tema di futuro, il mister ha ribadito che gran parte dell’organico di quest’anno, con i dovuti rinforzi, potrebbe ben figurare anche in Prima Divisione: “La Salernitana è una squadra che se gioca con intensità e concentrazione può fare bene. In più ha un grande potenziale di crescita, quindi potrebbe far bene anche l’anno prossimo”. Della rosa attuale, però, sono pochi i giocatori di proprietà, tantissimi quelli in scadenza di contratto o in comproprietà. Anche questo, per Perrone, è un falso problema: “La Salernitana è una società appetibile. Tolti Mancini e Cristiano Rossi che torneranno alle rispettive società di appartenenza, gli altri sono in scadenza o in comproprietà con la Lazio, quindi non sarà un problema trovare un rapido accordo. Se sarà così anche per me? Quest’anno Lotito mi ha chiamato alle 11 di sera e ci siamo accordati subito…”.
Proprio su Mancini, in procinto di tornare a Verona per fine prestito, il mister si è così espresso: “Se ci sarà una trattativa tra le due società sarà molto lenta e immagino che il giocatore riceverà anche proposte da squadre di categoria superiore, quindi sarà anche lo stesso Mancini a dover decidere”.
In settimana Rinaldi ha manifestato più di qualche malumore per essere arrivato a maggio senza alcuna certezza relativa al proprio futuro. Il pensiero di Perrone in merito è stato inequivocabile: “La mia situazione è differente rispetto a quella dei calciatori: io ho 53 anni, ho fatto per tanti anni il calciatore e da dieci sono allenatore. Non ho quell’ansia che può avere un ragazzo che ha famiglia, quindi, mettendomi nei panni di Rinaldi, capisco benissimo che vincere un campionato e non sapere se l’anno prossimo si avrà un contratto può creare un bel po’ di grattacapi”.
Riguardo la formazione che scenderà in campo domani, Perrone conferma lo schema (4-3-3) ma ha ancora qualche dubbio relativo agli uomini: Tuia o Rinaldi in difesa, Perpetuini o Zampa a centrocampo, Gustavo o Adeleke in attacco. Sulla possibilità di risparmiare qualcuno dei cinque diffidati, per preservarli in vista della prima del prossimo campionato, Perrone ha scherzato: “Se saranno ammoniti e resterò io anche l’anno prossimo, chiederò di venderli”.
Infine un pensiero sui quattro ragazzi morti nel rogo del treno Piacenza-Salerno, di cui oggi corre l’anniversario: “Quelle famiglie non possono ancora accettare la perdita dei propri figli. Ricordarli, per loro, può essere una carezza, che dura però solo un momento”.