Gradinata Santissimo Salvatore, Baronissi
PERCORSO MAIOLICATO
Particolare attenzione, bisogna dare ai percorsi stazionali della Via Crucis, alle cappelle votive.
A proposito della lavorazione della ceramica, vengono considerate diverse fonti, dalla più antica quale il Chronicon Cavensis, al recente testo di Vito Pinto “Iconografie ceramiche vietresi”.
Nonostante la mancanza di fonti certe, possiamo ripercorrere l’ampio raggio dalle caratteristiche internazionali, ricordando che già dal XV secolo dal porto di Fuenti partivano le navi con carichi di manufatti argillosi vietresi verso la Sicillia e altre rotte del Mediterraneo.
In questo percorso dobbiamo inserire, la cupola della chiesa di San Giovanni Battista, il Pinto ricorda la cupoletta del vicino campanile, il rivestimento del coronamento del Duomo di Amalfi del XIII secolo.
Dalle fonti conservate nell’archivio della Badia Benedettina della Santissima Trinità di Cava, sappiamo che la chiesa parrocchiale di Vietri sul Mare, venne fondata verso la fine del X secolo, ed il nome Vteris ad Mare compare già intorno al secolo VIII; il toponimo è collocato intorno al secolo IX, dai documenti ufficiali.
Nel Chronicon Anonimi Salernitani, ritroviamo il toponimo Urbis Viterrimnae, in un documento dell’869, all’interno del quale viene fatto riferimento ad una terra cum vinea et pomis in locum Beteri, ricordate le due fonti anche dallo storico Attilio Della Porta. Le tecniche erano già conosciute nella vicina Salerno, a Penta, a Giffoni Valle Piana.
Gaetano Filangieri riferisce di un certo Francesco Mezarixa, ceramista: “Di lui esisteva nel 1835 appo il Duca Corrado Ventimiglia , una pregevole piastra con deposito in croce, recando col suo nome l’anno 1544”. Veniamo informati del prete Francesco de Xuto: “[…] 1544, una figura di San Calogero in mattoni, in un antro del Monte Cronio di Sicilia, porta il suo nome e la data contrassegnata”.
Un atto notarile salernitano del 25 novembre 1558, ci mette al corrente della vendita da parte di Maestro Marco de Stasio di Vietri ad Ottaviano Ceccato di Ariano Irpino: “Cento arbori de sciruppi et venti arborumm boni impetenati pittai et lustri, pintati ad penna de pavone menata alle arme de ipso m.co Ottaviano de quella mresura esistente in potere de Gimarino Vitagliano de Salerno la pettura sia come quella dello stiglio del q. Sebastiano de Alfano et dentro de patena bianca […]”.
In conclusione, lungo le strade di campagna che conducono, per quel che riguarda il Comune di Fisciano, presso la località Penta, Carpineto, proseguendo per Settefichi, Gaiano, le due arterie che conducono una verso Castiglione dei Genovesi, l’altra verso il Comune di Calvanico; per quanto riguarda il Comune di Baronissi, il percorso maiolicato si estende dal casale di Antessano, Sava, Casal Barone, Saragnano, congiungendosi alla vicina Salerno dalla strada che da Capriglia, giunge fino al Comune di Pellezzano.