Ieri, presso lo spazio Art.Tre nel centro storico di Salerno, nel 68esimo anniversario della nascita di Peppino Impastato, è stata allestita una mostra con l’obiettivo di rendere sempre attuale il ricordo, la militanza e il suo impegno contro “la montagna di merda”: la mafia. In seguito è stato poi proiettato il cortometraggio realizzato da Licio Esposito “Munnizza”
[ads1] Impegno civile, lavoro collettivo, bellezza, musica e poesia, militanza, lotta alla mafia, esempio: tutto questo è stato Peppino Impastato; e tanto ancora ci sarebbe da dire, da scrivere, da ricordare.
Questo l’obiettivo primario degli organizzatori dell’evento “Buon Compleanno Peppino“, e particolare è stata anche la scelta della data per ricordare Peppino: la data del compleanno e non quella dell’anniversario del suo omicidio per mano della criminalità organizzata di Cinisi; per rendere vivo ancor di più il ricordo di questo personaggio cardine ed esempio della lotta alla mafia.
Con una serie di pannelli visivi è stata ricostruita l’intera vita di Peppino, dalla nascita nel 1948, passando per il periodo adolescente vissuto “senza patemi” e con agiatezza (data l’appartenenza da parte di suo padre e suo zio alla criminalità organizzata di Cinisi) fino alla rottura con il padre mafioso a soli 16 anni, alla fondazione di Radio Aut, all’impegno militante in Democrazia Proletaria, al suo essere “fieramente comunista”, fino alla sua tragica morte avvenuta la sera del 9 maggio 1978.
È stato proiettato poi il cortometraggio “Munnizza” realizzato da Licio Esposito. Si è poi passati ad un breve dibattito in cui è intervenuto anche Alfonso Amendola, professore presso l’Università degli Studi di Salerno.
“E’ giusto e doveroso ricordare Peppino, la lezione che ci lascia è quella dell’adesione al proprio tempo: aveva capito che la radio poteva essere un grande mezzo per scuotere le coscienze degli abitanti di Cinisi; infatti attraverso programmi parodistici riuscì a scardinare il mito del boss intoccabile. Fondamentale poi è il concetto di militanza: portare avanti la propria idea, anche fino a morirne.Un altro concetto importantissimo verte sulla bellezza, che Peppino catalogava come “l’arma contro la rassegnazione e l’omertà”.Oggi Peppino è un’emblema della lotta alla mafia, un esempio per i giovani ed un eroe contemporaneo: lascia una lezione a tutti, credere fino in fondo alle proprie idee” queste le parole che ci ha rilasciato il Prof. Giso Amendola.
“Peppino Impastato è un’urgenza: la sua storia non è quella di un eroe, ma di un giovane con delle necessità in un contesto storico e sociale difficilissimo. Lui sceglie l’arte e la bellezza, Peppino è attuale, i suoi discorsi riecheggiando facendo tantissimo rumore anche a più di 30 anni dal suo assassinio. L’arte per me, è uno strumento con cui si può risvegliare la coscienza collettiva, ricorderò sempre la coerenza e la determinazione di Peppino: è stato il primo a creare l’implosione in una famiglia mafiosa, ribellandosi al padre a soli 16 anni in un contesto sociale come quello di Cinisi, ha deciso di rompere con i rapporti di forza esistenti.Questa la lezione che ci lascia Peppino, conservarla ed attuarla è un nostro dovere” queste le parole di Licio Esposito, autore di “Munnizza“.
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