Antonio Bassolino ospite d’onore in Piazza Vittorio Emanuele a Penta per ricordare Enrico Berlinguer a 30 anni dalla sua scomparsa
Il ricordo di Enrico Berlinguer a cura del Comitato 1° maggio e di CGIL università a Penta di Fisciano ha portato in Piazza Vittorio Emanuele un pubblico ovviamente adulto e silenzioso nell’ascoltare le “gesta” e le idee del Leader del Partito Comunista Italiano, messe a nudo dai vari intellettuali presenti.
Berlinguer è morto a Padova l’11 giugno del 1984 e qui, a 30 anni dalla morte, sembra che quelle parole sono rimaste nel tempo e rimbombano nella storia. Modera Peppe D’Auria del Comitato 1° maggio che presenta subito Alfonso Amendola, docente dell’Università degli Studi di Salerno che omaggia Berlinguer nell’arte della musica e del cinema.
Parla di Gaber e quel “Qualcuno era comunista, perché Berlinguer era una brava persona”, poi i Modena City Ramblers, Venditti, Gino Paoli e i CCCP.
«Nel cinema, ad esempio -dice Amendola- si è occupato del leader comunista Bertolucci»; poi Benigni e il film Berlinguer ti voglio bene e sicuramente anche Veltroni che in questo anno ha curato la regia di Quando c’era Berlinguer.
La parola è passata poi a Michele Pirone di FLC-CGIL con sede nell’Università di Salerno che ricorda il suo avvicinamento alla figura di Berlinguer a soli 12 anni e ricorda quel comizio ad Avellino in Piazza Matteotti, dove era presente anche Antonio Bassolino. Dopo il ricordo di Pirone tocca a Giovanna Truda, docente dell’Università di Salerno che ha espresso in maniera sintetica un punto fondamentale delle idee del leader comunista: la donna nella famiglia come simbolo e come pilastro. Carmine Pinto, anche lui docente dell’Università, invece, ricorda Berlinguer mettendo in risalto il dopo Berlinguer, cioè analizzando figure come D’Alema e Veltroni.
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A concludere la serata di Penta di Fisciano ci pensa L’On. Antonio Bassolino, che rappresenta la dirigenza del PCI con Berlinguer. L’ex governatore della Regione Campania esordisce dicendo che «ricordare chiama a noi a uno sforzo per evitare ogni retorica e valorizzare una esperienza». Il ricordo dei funerali di Berlinguer e i saluti con pugni chiusi o segno della croce e poi un elogio a quel partito: «il Partito Comunista Italiano non era solo un partito, ma esso stesso una chiesa, una comunità, uno stato nello stato e -afferma Bassolino- mio padre, liberale convinto, non pensava che la politica fosse un lavoro nobile come il medico».
La politica, quindi, come una professione nobile che serviva il paese e se occorreva si poteva anche pensare, come pensava Berlinguer, a un Compromesso Storico che è molto più attuale di tante teorie di adesso.
“Il problema più grande oggi – ha concluso Bassolino – è la crescita dell’astensionismo e la lontananza della politica dalla gente. Un’Europa lontana e poco democratica. Dobbiamo far in modo che la politica riesca a partire dalle persone così come sono e dai loro bisogni”.
Infine il momento della visione del corto La voce di Berlinguer di Mario Sesti e Teho Teardo che termina la serata del ricordo. Al dibattito hanno preso parte anche altre figure istituzionali della Valle dell’Irno tra cui i neoeletti sindaci di Baronissi e Montoro Inferiore.