“L’equità e la convergenza tra generazioni, spacciati come principi ispiratori della riforma pensionistica targata Fornero, contano ben poco se poi nell’applicazione pratica, affidata all’Inps, si producono vere e proprie iniquità e ingiustizie sociali a danno delle nuove generazioni e di coloro che devono far conto solo sui contributi effettivamente versati”. Lo dice Simone Valiante, deputato del Partito Democratico, che ha presentato oggi un’interrogazione al Ministro Giovannini sugli effetti distorti dei metodi di calcolo della pensione.
“La fretta con cui è stata realizzata la riforma – aggiunge – non ha prodotto soltanto il gigantesco problema degli esodati ma anche altre penalizzazioni che passano con imbarazzante leggerezza sotto silenzio. Ad esempio – continua – per coloro, pubblici e privati, che nel 1996 avevano più di 18 anni di contributi la pensione si calcola con il metodo retributivo per i contributi versati fino al 2011 e con il contributivo per quelli versati dal primo gennaio 2012, ma la quota di pensione maturata con il primo metodo si riferisce all’ultima retribuzione percepita al momento del pensionamento anche dopo la riforma, anziché su quella di fine 2011.
Contributivo pro-rata e incrementi stipendiali sulla parte retributiva sono per chi ne beneficia un doppio vantaggio ingiustificato alla luce di scarse risorse economiche e di una condizione giovanile drammatica. Per questo – conclude – ho chiesto una doverosa modifica della disciplina”.