Erezione da record per un 23enne solofrano, operato d’urgenza alla clinica Malzoni. Dopo una notte di passione rischia l’amputazione del pene
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Solofra. La passione in un rapporto di coppia è una componente fondamentale, ma attenzione a non esagerare, che con la troppa eccitazione si rischia grosso. Così un 23enne di Solofra ha sfiorato il record del sesso sfrenato in spiaggia, rischiando addirittura l’amputazione del pene. L’erezione prolungata (priapismo), di quasi 48 ore, aveva causato danni alle fasce diastoiche che si erano lacerate in profondità. Anche l’uretra si era danneggiata. Dopo molte ore, il giovane non vedendo passare il dolore, si è confidato con la madre che si è immediatamente attivata, contattando la Clinica Malzoni di Avellino.
Il 23enne è stato operato dall’equipe dell’androurologo Stefano Pecoraro. Il ragazzo durante una notte di passione si era procurato quella che in gergo è definita «sindrome del chiodo rotto». «In pratica, è la rottura di una membrana che ricopre i corpi cavernosi del membro, determinando un’abbondante fuoriuscita di sangue dalle stesse sacche, molto irrorate durante l’erezione – spiega il dott. Pecoraro». Ma il dolore con il passare delle ore ha allarmato il ragazzo, che ha deciso di ricorrere alle cure dei sanitari, che sono intervenuti tempestivamente. «Si tratta di traumi molto pericolosi. Si tratta di fratture che possono portare conseguenze anche più gravi. In questo caso si è trattato di un rapporto particolarmente violento che ha provocato una profonda lacerazione dell’organo. Si tratta di situazioni molto particolari in cui se il chirurgo non prende in tempo paziente si può rischiare anche amputazione del pene. Credo che serva una corretta informazione su quello che si può o non si può fare nel sesso. Voglio ancora una volta invitare i ragazzi ad avere una sana sessualità, senza eccessi violenti». Il dottore Pecoraro stamattina ha effettuato il controllo di rito e avrebbe escluso il rischio della amputazione del pene.
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