Il sindaco di Pellezzano Francesco Morra si è pronunciato sul taglio dei parlamentari: “Il mio ‘No’ al referendum senza legge elettorale e regolamenti”
Il sindaco di Pellezzano Francesco Morra si è pronunciato sull’imminente referendum del 20 e 21 settembre sul taglio dei parlamentari. “Sarebbe stato auspicabile per una modifica costituzionale, come quella proposta dal quesito referendario del 20 e 21 Settembre, un lavoro di convergenza e di adesione di gran lunga più ampio rispetto a quanto sto percependo dal dibattito in essere – ha esordito – . Noto, invece, che si sta consumando l’ennesima occasione propizia per dividere l’elettorato in fazioni, in tifoserie, in Guelfi e Ghibellini.
Sarebbe stato più auspicabile un clima di maggiore unità, non solo fra le forze politiche , nel “palazzo”; ma tra il palazzo stesso e la “piazza”. Si rischia di degenerare una tematica così delicata in un regolamento di conti fra parti politiche, le cui finalità sono altre e diverse da quelle proposte dal referendum.
Sia chiaro, non mi sfugge il fatto che nel dibattito politico la concordia, la serenità, l’unità d’intenti costano fatica e non sempre sono, per citare Mao Tse Tung, “una rivoluzione di gala, un’opera letteraria, un disegno, un ricamo”.
Avrei preferito un percorso inverso a quello che si sta profilando, vale a dire una riforma costituzionale, inerente la rappresentanza parlamentare, a VALLE e non a MONTE di un processo di riforme più vasto, che parta dalla legge elettorale, dai collegi e dai territori per poi essere ultimato e chiosato dalla riforma del numero dei parlamentari. Il percorso inverso, invece, rischia di essere monco già in partenza, rischia un salto nel vuoto o un “capriccio” isolato di pochi, piuttosto che una vittoria di tanti.
In sintesi, sarei più interessato a sapere “chi” e “come” si vota, prima che “quanti” votare.
I costi della politica – prosegue il sindaco Morra – , ci mancherebbe, sono una priorità nei confronti dell’elettorato. Tuttavia, anche su questo punto mi piacerebbe riflettere non solo su “quanto” si spende, ma su “come”. Trovo iniquo, per esempio, che ci sia una tale disparità fra un parlamentare e un amministratore comunale. Credo che il ruolo del secondo sia stato col tempo mortificato al cospetto, invece, di un costante aggravio di rischi, di lavoro, di scelte e responsabilità, senza alcuna copertura o paracadute. Le riforme sono un processo indispensabile affinché la politica sia al passo coi tempi, con i mutamenti e le dinamiche della società.
Non sono certo dei totem da difendere a prescindere. Sono indispensabili e si calano nella società se fanno parte di un processo più ampio e più condiviso; che siano insomma la radice e non un cespuglio dell’Italia che intendiamo consegnare alle prossime generazioni.
Per queste motivazioni, credo che l’ormai imminente referendum sia un’occasione persa, un processo innanzitutto incompleto.
Alla luce di queste mie considerazioni e riflessioni, voterò NO – conclude Morra – , con l’augurio che dal giorno successivo, a prescindere dal risultato, con maggiore serenità si costruisca e si lavori per il futuro del nostro Paese, con un piede nel novecento e il cuore nel duemila”.