Parto anonimo e riconoscimento delle proprie origini naturali: un tema fortemente attuale che richiede una risposta politica e giuridica nel segno di una rinnovata civiltà
[ads1] Ieri mattina, sabato 5 dicembre alle ore 10.30 si è tenuta a Salerno, presso la Sala del Gonfalone del Palazzo di Città, una tavola rotonda su un argomento profondamente attuale per circa quattrocentomila cittadini italiani: il parto anonimo, le sue implicazioni e la necessità di bilanciamento dei diritti.
Secondo il sistema legislativo vigente, infatti, è ancora impossibile, ad oggi, esercitare il diritto alla conoscenza delle proprie origini da parte dei cittadini non riconosciuti alla nascita, nonostante una Sentenza del 18 novembre del 2013 della Corte Costituzionale e l’approvazione alla Camera dei Deputati il 18 giugno 2015 della modifica della norma. La proposta di legge è attualmente ferma al Senato.
Nel corso della discussione è stato presentato il libro “Il parto anonimo. Profili giuridici e psico-sociali dopo la declaratoria di incostituzionalità” di Stefania Stefanelli, Emilia Rosati, Anna Arecchia, nato con l’intento di sollecitare l’esame e l’approvazione del disegno di legge fermo ancora al Senato, che porrebbe finalmente fine ad una situazione dichiarata incostituzionale.
Il testo offre una panoramica completa poiché fornisce una ricostruzione giuridica della normativa, le motivazioni della proposta e la loro analisi sociologica, e raccoglie incisive e coinvolgenti storie di vita vissuta, che aggiungono al volume un prezioso tocco di umanità.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti Bruno De Filippis, Presidente del Tribunale di Salerno, Pasquale Andria, Presidente del Tribunale per i minori di Salerno e Ferdinando Brancaleone, Psicoterapeuta.
“Nato da donna che non consente di essere nominata” questa la dicitura presente nell’atto di nascita nel momento in cui si sceglie che il parto resti anonimo. L’assunzione del “ruolo” di madre è lasciato alla totale discrezione della donna che ha la possibilità di scegliere se mantenere o meno segreta la propria identità. Questa scelta è irrevocabile? Ma, ed è questa la domanda impellente, è ancora legittimo sostenere l’irrevocabilità del mancato riconoscimento?
“Conoscere le proprie origini, le proprie radici in virtù del riconoscimento della propria identità è un diritto esigibile che stenta a farsi strada all’interno del nostro ordinamento giuridico” ha esordito il Presidente De Filippis.
Tuttavia ha tenuto a precisare che la nostra società ha imboccato un cammino di maturazione della coscienza civile. Un’evoluzione giuridica, politica e sociale è possibile soltanto nel segno di una mutata sensibilità.
“Il riconoscimento delle proprie origini naturali rappresenta all’interno di questo cammino un tassello nell’evoluzione della nostra civiltà giuridica” ha aggiunto De Filippis.
“Come cittadino di questo Paese prima che giudice mi sento di esprimere solidarietà nei confronti della battaglia di civiltà condotta in questi anni che comincia, seppur a fatica, a produrre i suoi risultati” ha dichiarato Pasquale Andria.
Una testimonianza importante proveniente dal mondo della giurisdizione minorile. La necessità diviene quella di operare un corretto bilanciamento dei diritti e degli interessi tra le persone coinvolte.
“L’auspicio è che la nuova proposta di legge, attualmente ferma al Senato, riesca, una volta approvata, a dirimere la questione in tempi brevi senza porre in contrapposizione le diverse istituzioni” ha sostenuto il Presidente del Tribunale per i minori di Salerno.
Di fondamentale importanza, così come si evince dal libro presentato, coniugare profili apparentemente distinti quali quello giuridico, sociale e psicologico. Un’idea confermata dalle parole del professor Ferdinando Brancaleone, psicoterapeuta.
“Chi chiede un aiuto sotto il profilo psicologico avverte, evidentemente, il bisogno di dare un senso al suo esistere. Questo è un tratto presente nella struttura profonda di ogni uomo. La carenza di senso e significato genera, inevitabilmente, un malessere” ha dichiarato il professor Brancaleone.
La ricerca e la conoscenza delle proprie origini naturali consente, dunque, in primo luogo da un punto di vista umano, la costituzione di una solida identità.
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