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Paranza dell’Agro, l’intervista prima della “Festa del Pane” di Trentinara

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Paranza dell’Agro, l’intervista prima della “Festa del Pane” di Trentinara

Tammorra e folk: la Paranza dell’Agro arriva nel Cilento mercoledì 16 agosto e aprirà le danze durante la prima giornata della “Festa del pane” di Trentinara

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Per l’occasione abbiamo intervistato la Paranza dell’Agro, per capire cosa aspettarci dal loro concerto alla “Festa del Pane” di Trentinara.

Salve, prima di tutto presentatevi.

Siamo un gruppo di musica folk che fa della tammorra la protagonista principale delle sue performance. Uno strumento musicale, antico eppur moderno, che esprime – con il suo ritmo travolgente – il pulsare del sangue, i battiti del cuore, la forza della passione. Originaria dell’antica Fenicia, è stata presente a Roma e poi si è affermata come la protagonista indiscussa delle tradizioni popolari mediterranee. Il suo nome contiene vocali e consonanti che evocano sensazioni profonde: la “t” e la “m” rendono perfettamente il colpo forte che scatena il suo suono; la “o” esprime la sua forma a mo’ di sole e di cerchio, simboli di perfezione; la “r” racchiude il suo suono rotolante; la vocale ”a” fa percepire all’ascoltatore la sua meraviglia.

Vi chiamate Paranza dell’Agro: come mai questo nome?

Emblematico è il significato del termine “paranza”, attestato fin dall’ottocento nel linguaggio marinaresco. Indicava in origine sia una barca da pesca costiera sia una rete da pesca a strascico tirata da due piccole imbarcazioni. Da questa disposizione delle barche è scaturita, per estensione, l’applicazione del termine al linguaggio della musica folk campana, per cui oggi indica un gruppo di musicisti disposti a semicerchio con al centro il leader del gruppo. La struttura del semicerchio rinvia a sua volta al cerchio, che è simbolo della perfezione e dell’eterno ritorno che esiste nella natura e  nella vita umana. La parola “Agro” indica geograficamente l’Agro nocerino-sarnese, da cui noi, musicisti, cantanti e danzatrici, proveniamo.

Suonerete alla “Festa del Pane” di Trentinara: cosa deve aspettarsi il pubblico dal vostro spettacolo?

Sicuramente deve aspettarsi il tipo di musica caratteristica appunto dell’Agro, quella che si incentra sulla tammurriata dell’Agro (cioè di Scafati, Pagani e Sarno) e che si connota per i suoi accenti sensuali e di sfida, legati alla tradizione dell’antica musica dionisiaca e alle passioni del mondo contadino.

Dall’Agro al Cilento: quali sono i punti in comune fra queste due aree, sia a livello musicale e artistico che culturale in generale?

Esistono delle caratteristiche comuni a queste due aree. Innanzitutto la compresenza, in questi due territori così lontani fra loro, del mare e della montagna, due elementi che sono in rapporto con l’infinito: essi, infatti, confinano con il cielo e danno il senso di un potentissimo slargamento dell’orizzonte. Questo è molto evidente, ad esempio, proprio nella vista mozzafiato che trionfa sulla “Terrazza del Cilento” di Trentinara. In secondo luogo, il forte attaccamento alle tradizioni, che, per entrambe queste zone, rivestono un potente significato identitario e un richiamo alla socializzazione.

Quali sono, invece, le differenze?

Se prendiamo il rito della processione nelle varie feste dell’una e dell’altra zona, possiamo evidenziare una differenza fondamentale. Nell’Agro nocerino-sarnese, la processione è accompagnata in molti casi da canti e, nel periodo pasquale, ai canti si aggiunge la figura dell’incappucciato, che esprime il tema della iniziazione al dolore dell’esistenza. Invece, nel Cilento (prendiamo come esempio la processione del 15 giugno in onore di San Vito a Sapri), il tema del cammino è caratterizzato dal fatto che i fedeli, per grazia ricevuta, avanzano recando in testa le tradizionali “cente”, cioè baldacchini di legno rivestiti di cera. È in questo modo che essi rendono visivamente, con il sottostare a questi altarini, il loro desiderio di protezione, manifestato con un’azione compiuta insieme agli altri devoti della comunità, come loro dolenti.

Progetti attuali e futuri?

Un rilancio in grande stile della tammurriata nelle sue articolate differenziazioni e del repertorio musicale e coreutico relativo alle “Sette Madonne”. Il tutto con un grande tour e con la pubblicazione di un libro insieme a un CD.

In chiusura, salutate i nostri lettori.

Vi aspettiamo alla “Festa del pane”, ma anche in tutti gli altri nostri appuntamenti in terra salernitana. Il nostro messaggio è questo: la musica della tammorra non è un ritorno al passato, ma la speranza che con i grandi valori di sempre (l’amicizia, la pace, la solidarietà, la socializzazione che il ritmo della tammorra possono comunicare) si possa dare vita a una società più a misura d’uomo, che sappia affrontare le sfide del domani. Insieme. Con gioia. E con profonda speranza.

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Laureato in Lettere, curriculum Pubblicistica, il 25 maggio 2010 e poi in Filologia Moderna il 13 marzo 2013, Gerardo inizia la sua collaborazione con ZerOttoNove nel giugno 2013 occupandosi della cronaca e delle vicende politiche di Calvanico (sua cittadina di residenza), trattando dei più svariati eventi e curando la rubrica CanZONando che propone, di volta in volta, l'attenta e puntuale analisi dei migliori brani della storia della musica. Ex caporedattore di ZerOttoNove.it e di ZON.it, WordPress & SEO specialist, operatore video e addetto al montaggio (in casi estremi), Gerardo ha molteplici interessi che spaziano dallo sport alla letteratura, dalla politica alla musica all'associazionismo. Attualmente svolge l'attività di docente, scrittore e giornalista pubblicista.