Più valore alle parole nel nuovo video di Wind. Un inno alla vicinanza, uno spot che emoziona
Oggi, ci sono molti modi per comunicare. La nostra è una società frettolosa, impegnata e a volte distratta: facciamo gli auguri agli amici perché ce lo ricorda Facebook, deleghiamo su WhatsApp i nostri sentimenti e le migliori frasi d’amore, siamo velocissimi a scrivere sms, ma non siamo più capaci di scrivere una lettere con la penna.
Wind decide di sensibilizzare i suoi clienti per dimostrare che: “A volte, per comunicare davvero, la tecnologia non è tutto“. La società di telecomunicazioni italiana va oltre le regole proponendosi ai propri clienti in un modo alternativo, evidenziando l’importanza delle parole e mostrando che un incontro vale più di mille sms, mail o chiamate.
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Il nuovo slow spot della Wind si chiama “Papà”: viene raccontata una storia in cui tutti si possono immedesimare, dove il protagonista non è il prodotto o l’offerta telefonica, ma troviamo Giuseppe Capotondi con suo padre. Le immagini narrano il rapporto tra un genitore e suo figlio, prima bambino poi adolescente e successivamente uomo. I tentativi di “contatto digitale” sono tanti, su tutte le piattaforme, ma non soddisfano appieno il giovane uomo che, alla ricerca di un contatto “vero” con il padre, rivive in un continuo rimando di flashback i momenti che lo hanno fatto crescere, un legame familiare fatto di gioco, amore, crescita, di prime incomprensioni, di distacco fino ad arrivare al ritorno, alla ricerca delle proprie origini e al bisogno di un contatto autentico.
Wind propone un percorso che ognuno di noi ha vissuto e che emoziona proprio per l’empatia che riesce a suscitare. Uno spot di 4 minuti, distribuito esclusivamente sul web: un territorio più fresco e vasto rispetto a quello offerto dalla TV, una ricerca di nuovi punti di contatto con un pubblico più giovane e in qualche modo più attento al concetto di base di: “comunicazione”, distinguendo quella tecnologica da quella “reale”. L’azienda Wind di telecomunicazioni guidata da Maximo Ibarra invita tutti a stare più “vicini”, a parlare con il cuore, ammettendo che la tecnologia è potente, ma non onnipotente. Un meraviglioso e toccante corto d’autore dal messaggio chiaro e diretto.
Per la sua quarta campagna istituzionale, la Wind lancia uno spot intimo ma allo stesso tempo comune, infatti, la polemica contro gli impatti negativi della tecnologia sulla vita e sugli affetti delle persone è più che mai viva. Gli auguri di compleanno scritti su una piattaforma digitale, una “Buonanotte” che lampeggia sullo schermo del nostro smartphone seguita da uno smile e cuoricino, allontanano i veri sentimenti, l’emozione che si prova solo con il contatto fisico, visivo, uditivo: un bacio sulla guancia accompagnato dal rumore dello schiocco delle labbra che segue un “mi sei mancato”, un abbraccio che profuma di cose belle, familiari, vere, vicine, ci sarà regalato dalla tecnologia solo quando coinvolgerà tutti e cinque i nostri sensi, ma come già soprascritto, quest’ultima non è onnipotente. Ci sono cose che non si possono dire per telefono, attraverso uno schermo, o con una mail. Per dirla con la frase conclusiva del cortometraggio: “A volte, per comunicare davvero, la tecnologia non è tutto.”
Le immagini del film sono accompagnate dal suggestivo brano “To build a home” del gruppo musicale britannico The Cinematic Orchestra. La regia del cortometraggio è di Giuseppe Capotondi, uno dei più importanti registi pubblicitari italiani. La creatività della nuova campagna Wind è dell’agenzia Ogilvy&Mather. La produzione è a cura di Mercurio cinematografica.