Pagani, 36enne di origini magrebine tortura la compagna per gelosia. Finisce in carcere con l’accusa di maltrattamenti e sequestro di persona
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Pagani, un 36enne di origini magrebine è finito in manette con le accuse agghiaccianti di maltrattamenti, lesioni aggravate e sequestro di persona nei confronti della compagna, una connazionale di dieci anni più giovane. Secondo anche quanto riportato dal quotidiano Metropolis, l’uomo impediva alla propria compagna di avere qualsiasi rapporto amicale e la costringeva quotidianamente a rispondere ai suoi interrogatori e a uscire soltanto in sua compagnia.
Nonostante la ragazza non potesse uscire da settimane e fosse stata lasciata chiusa in casa con porta chiusa a chiave e finestre sbarrate, sabato sera il suo compagno l’accusa di un nuovo presunto tradimento e la costringe a spogliarsi, le rasa una parte dei capelli e le lega mani e piedi per trascinarla in cucina. Lì l’uomo la picchia ripetutamente con calci e pugni al volto, poi ha fuso un cucchiaino e una bottiglietta di plastica con l’accendino e li ha lasciati colare sulle parti intime della ragazza. La vittima è stata slegata soltanto allo stremo delle sue forze, ma l’ira del suo carnefice non era ancora stata placata e ha minacciato di ucciderla con un coltello ferendola alla mano. Per salvarsi la vita, lei gli è andata incontro e lo ha abbracciato riuscendo a calmarlo e facendolo addormentare.
Agli inquirenti ha raccontato che dopo essersi accertata che stesse dormendo, ha preso pochi effetti personali ed è scappata in strada in cerca di aiuto.
È stata un’altra straniera residente a Pagani a soccorrerla e a portarla a casa della sorella, a San Giuseppe Vesuviano, da dove è poi partita la chiamata al 118. Quando l’uomo l’ha raggiunta in ospedale è stato arrestato, nonostante le volontà della compagna di non esporre denuncia per paura di mettere in pericolo sé stessa e la sua famiglia. Lui ha negato tutto, ma le prove in possesso del giudice che ha disposto il carcere sono schiaccianti.
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