L’indagine ha permesso di tracciare il percorso di queste e diverse altre opere rubate smerciate nei mercatini rionali della provincia di Roma e in quello capitolino di Porta Portese
Il 30 novembre 2017, a Padula (SA), all’interno della sala Refettorio della Certosa di San Lorenzo, alla presenza del Sindaco Paolo Imparato, dell’Architetto Marco Ambrogi, Direttore del Museo Diocesano San Pietro di Teggiano (SA), della Dottoressa Emilia Alfinito, Direttrice della Certosa di San Lorenzo, del Colonnello Alberto Deregibus, Vice Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, si svolgerà la cerimonia di riconsegna, a Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano – Policastro, di alcune straordinarie opere, appartenenti al patrimonio culturale di quella circoscrizione vescovile. In particolare i beni, individuati nel corso di differenti attività condotte dai Nuclei Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Firenze e dalla Sezione di Siracusa, sono:
- una statua in legno raffigurante “Gesù Bambino benedicente con aureola” ed un turibolo in argento sbalzato ed ornato di figure di angeli, risalenti al XVIII secolo, asportati il 3 marzo 2016 dalla chiesa “San Pietro Apostolo” di Sala Consilina (SA).
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia, ha permesso di tracciare il percorso di queste e diverse altre opere rubate, smerciate nei mercatini rionali della provincia di Roma e in quello capitolino di Porta Portese ovvero di scoprire e smantellare un organizzazione criminale, con sede a Napoli, fulcro di un crocevia internazionale di ricettazione di opere d’arte rubate.
- due lastre in marmo policromo con decorazioni a rilievo ed un tabernacolo, il tutto asportato il 3 maggio 1998 dalla chiesa “Santa Maria Maggiore” di Atena Lucana (SA).
L’attività investigativa che ha portato all’importante recupero trae origine da un furto di beni culturali perpetrato la notte di Capodanno del 2016 ai danni di un privato in provincia di Lucca e dalla conseguente identificazione di un rigattiere quale ricettatore. Nel corso di successivi approfondimenti, su quest’ultimo, sono stati raccolti indizi sul suo coinvolgimento anche in altre attività illecite ed è stato possibile individuare tre depositi clandestini nonché di effettuare, in numerose province italiane, perquisizioni nei confronti di acquirenti privati, ritenuti in buona fede, dove sono stati rinvenuti beni d’arte, tra i quali i due elementi architettonici restituiti.
- dipinto olio su tela raffigurante “Sant’Antonio Abate e San Rocco”, risalente al XVII secolo, di scuola napoletana, asportato nel 1990 dalla chiesa “San Pietro Apostolo” di San Pietro al Tanagro (SA).
L’opera è stata individuata durante il monitoraggio delle piattaforme web dedicate all’e-commerce, poiché nell’annuncio di vendita il prezzo non appariva coerente con l’importanza del bene, risultato, poi, dal successivo controllo nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti” del Comando TPC, anche di provenienza furtiva.
L’importante evento odierno dimostra, ancora una volta, che solo attraverso una stretta e fattiva collaborazione tra Comando Tutela Patrimonio Culturale, Arma territoriale, Diocesi ed organi centrali e periferici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo si può garantire la ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali con la restituzione, alla collettività, di preziose opere che ne costituiscono l’identità locale.