Dopo la scomunica ai mafiosi da parte del Papa, la chiesa calabrese decida con chi stare. Grave l’inchino della statua della Madonna al boss mafioso di Oppido
Oppido Mamertina è un comune di 5 mila abitanti. Si trova sull’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Il Comune è sede anche dell’omonima diocesi. Lunedì scorso si è tenuta l’annuale processione in onore della Madonna delle Grazie. Un rito religioso come tanti, balzato alle cronache per l’inchino fatto al boss mafioso, agli arresti domiciliari.
È consuetudine che durante una processione la statua venga fatta fermare in alcuni rioni delle cittadine del sud Italia, con raccolte di offerte di denaro mentre i devoti sono vestiti a festa. Il santo passa per la città e, a volte, è doveroso ricordare chi comanda. L’inchino della statua, a opera dei portantini (sotto la direzione di qualcuno), ha fatto il giro delle testate.
Un atto indecoroso, contro la religione stessa e agli antipodi del sacro. Il gesto descrive la mentalità locale, dove anche la Madonna deve salutare il boss. Specie se è agli arresti domiciliari per problemi di salute. La mafia calabrese non solo uccide migliaia di vite (non risparmiando donne e bambini), ma le spegne con l’appalto delle scorie tossiche. Oltre che uccidere di giorno in giorno con il pizzo e le gare d’appalto in mano alle cosche.
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Papa Francesco 16 giorni fa aveva scomunicato i mafiosi durante la visita a Cassano Allo Ionio, altra zona legata alle cronache per fatti di mafia. Una scomunica linguistica, non di fatto. Anzi, più che linguistica è stata una scomunica per le coscienze. La chiesa calabrese, nelle sue diocesi, decida da che parte stare. Se nei sacerdoti che porgono inchini e saluti ai potenti locali, come i farisei ai tempi di Gesù di Nazareth, o dalla parte della gente. Quella gente che vede in Calabria terra arsa, bruciata in partenza perché in mano alle famiglie. Quella che è morta per mano troppo facili. La chiesa calabrese dia un segno forte come lo ha dato il suo Pontefice. La chiesa di Oppido non si inchini nuovamente col silenzio.