Sgominato dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’Operazione Side, un sodalizio criminale che, attraverso le società imprenditoriali dei fratelli Padovani, operava nel settore della distribuzione di prodotti metallici, con sede a Castel San Giorgio.
Mediante l’abuso di numerose società off-shore, è stata messa a segno un’ingente frode fiscale, a livello transnazionale.
Tale sodalizio criminale, sgominato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, aveva sede operativa a Castel San Giorgio e altre società controllate in Svizzera, Belgio, Spagna, Polonia, Slovacchia e Romania.
Tale operazione svolta dalla GdF e denominata “Operazione Side“ vede coinvolte diverse regioni quali Campania, Lazio, Abruzzo, Marche, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.
Grazie all’attività investigativa effettuata dalla Compagnia di Agropoli sulle imprese che avevano effettuato importazioni in sospensione d’IVA, mediante appunto l’introduzione in depositi IVA presso la Dogana di Salerno, è stato possibile individuare due società italiane riconducibili al Gruppo Padovani e nove estere inserite nel carosello fiscale trasnazionale pari a oltre 140 milioni di euro, con un’evasione di imposte su redditi e IVA per il 72,5%.
Dopo l’importazione gestita direttamente dal gruppo, attraverso una rete di società estere, le merci venivano riacquistate da quelle italiane, sempre controllate dai Padovani, oppure cedute con l’intermediazione dei fratelli Padovani a tre imprese con sede a Napoli, Fisciano ed Ancarano.
I Finanzieri, inoltre, hanno eseguito particolari accertamenti su una delle società del sodalizio, facendo emergere l’ulteriore interposizione di un’altra società cartiera italiana per l’acquisto delle materie prime da una nota acciaieria nazionale, per evadere l’IVA per oltre 4 milioni di euro.
Finisce in carcere, dunque, uno dei fratelli Padovani residente in Italia.
Tra gli indagati, poi, cinque professionisti di Salerno, Napoli e Roma, con l’esecuzione dei sequestri patrimoniali, precisamente di 54 immobili, di cui 7 opifici, una villa in Costiera, 5 appartamenti di lusso a Napoli e Roma, nonché disponibilità finanziarie e 18 partecipazioni di valore corrispondente alle imposte evase dalle imprese coinvolte.
Tale sequestro è stato esteso alla quota del 77% nella controllata spagnola del Gruppo Padovani, leader europea nella produzione e distribuzione di banda stagnata, in cui i fratelli avevano delocalizzato i loro investimenti, dopo la crisi finanziaria che aveva colpito alcune società italiane.
Per gli altri due fratelli Padovani, trasferiti in Svizzera e colpiti dai sequestri patrimoniali, i Mae emessi dal Gip del Tribunale di Napoli, per l’esecuzione da parte dell’Autorità Giudiziaria elvetica.
Tra i quattordici indagati destinatari di sequestri per equivalente, anche Vincenzo Russo di Nocera Inferiore, Vincenzo De Clemente di San Marzano sul Sarno e Giacomo Pini di Salerno.
Preziosa, nel corso dell’operazione, anche la collaborazione della Guardia di Finanza e dell’Autorità giudiziaria elvetica.
“Le ingenti partite di materie prime acquistate sui mercati internazionali – hanno spiegato le Fiamme Gialle – principalmente tramite una società di trading svizzera del Gruppo Padovani, prima di essere importate nella Comunità Europea, attraverso le Dogane di Salerno, Napoli, Gorizia e Ravenna, venivano fittiziamente cedute alle cartiere estere gestite dal sodalizio criminale e prive di consistenza patrimoniale, per concentrare in capo alle stesse, l’onere di versare l’IVA all’importazione, poi sistematicamente evasa“.