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Operazione Bagni Savoia, il mormorio non si placa

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Operazione Bagni Savoia, il mormorio non si placa

Bagni Savoia – L’operazione di perquisizione avvenuta ieri 14 ottobre ai danni del Comune di Pontecagnano, getta ombre sulla posizione del Sindaco Ernesto Sica e solleva le aspre critiche del partito dell’opposizione

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Continuano incessanti le voci di corridoio che vedono il Sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica al centro di un nuovo polverone giudiziario, in seguito alla perquisizione del Comune effettuata da parte della Guardia di Finanza nella giornata di ieri, 14 Febbraio, in esecuzione dell‘Operazione Bagni Savoia.

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L’opposizione si pronuncia sull’operazione Bagni Savoia

Ad essere destinatari del provvedimento non solo il Primo Cittadino del Comune di Pontecagnano, ma anche un assessore e ben dieci persone tra le quali un dipendente comunale e diversi imprenditori affidatari di commesse pubbliche.

L’operazione è stata eseguita nell’ambito del un filone d’inchiesta soprannominato Bagni Savoia, che ha preso piede in primis nei confronti dell’imprenditore Luciano Toriello, considerato legato al clan Pecoraro-Renna, e dei suoi familiari. Operazione culminata il 30 settembre con il sequestro di beni e valori per un ammontare di  8,6 milioni di euro, tra cui lo stabilimento Bagni Savoia che ha dato il nome all’operazione.

Le ipotesi di reato sono svariate, si va dalla corruzione, alla turbata libertà degli incanti, passando per il trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante del metodo mafioso, all’abuso d’ufficio, peculato, falsità ideologica e abusiva attività finanziaria. Un calderone di imputazioni di non poco conto. Dal canto suo il Sindaco Sica appare calmo e si dichiara disponibile ad essere sentito per fornire tutti gli eventuali chiarimenti sulla questione, ove l’Autorità Giudiziaria ne ravvisasse la necessità.

Non restano, invece, con le mani in mano i rappresentanti dell’opposizione, che indignati e sconcertati dall’accusa ai danni del Primo Cittadino ne chiedono le immediate dimissioni. “Non sono un magistrato e non do giudizi di condanna ma un giudizio da politico devo darlo, ed è lo stesso giudizio che mi ha fatto decidere di candidarmi a Sindaco di questa Città; è il giudizio che mi ha portato a credere che si potesse provare a fare qualcosa di diverso; è la forza che serve giorno per giorno per continuare a fare opposizione in una realtà nella quale non c’è un campo di gioco agibile, nella quale non si riesce mai a portare avanti una delibera a favore della comunità. Accade in tutti i settori, dall’urbanistica, alla manutenzione, ai servizi sociali, per arrivare addirittura al cimitero. Non c’è un campo di gioco agibile. Non c’è possibilità di esercitare l’arte della politica, quella del compromesso per l’interesse collettivo. Bisogna solo andare dritti, a schiena alta e forti nella volontà di combattere, cercare, trovare e non cedere mai.

Eppure tutto ciò mi dà la forza di continuare, con la convinzione che un giorno possa definitivamente esplodere il tappo delle tante incrostazioni, di interessi e potere. Con la convinzione che un giorno questa Città possa davvero scommettere e dare fiducia al progetto CambiAmo Pontecagnano Faiano.
Ho paura della camorra, ma non paura per me stesso. C’è paura per la nostra comunità.
E allora cosa deve accedere ancora per far sì che questa amministrazione decida di mettersi da parte? C’è qualcuno di loro che non ha ancora perso la dignità e la morale?
Basta, avete dato abbastanza, il programma è “completato”. La misura è colma, andate a casa”.
Queste le parole del capogruppo del PD Giuseppe Lanzara e questi i risvolti della situazione che nelle ore seguenti sarà arricchita di nuovi spunti di dibattito e riflessione.

Secondo indiscrezioni, è stata convocata nella giornata odierna, intorno alle 19.oo, in via urgente una riunione di maggioranza presso la Casa Comunale. Restiamo in attesa per ulteriori sviluppi.

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