Nell’ambito dell’Operazione Ancora, la Guardia di Finanza effettua un sequestro patrimoniale per 10 milioni di euro, arresta una persona e ne interdice altre tre dall’esercitare attività imprenditoriali
In data odierna il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un’articolata ordinanza di custodia cautelare e di sequestro preventivo disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia, con l’applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di un noto pregiudicato di Pontecagnano, l’interdizione per tre amministratori di società con sede in detto comune, nonché una in Salerno, e il sequestro di beni per circa 10 milioni di euro.
A carico di 9 indagati vengono contestate, a vario titolo, ipotesi di reato di trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal metodo o dalle finalità mafiose, truffa ai danni dello Stato, falso in bilancio, impiego di beni di provenienza illecita.
I provvedimenti cautelari odierni costituiscono l’epilogo delle articolate indagini intraprese nei confronti di un noto pluripregiudicato, da anni interessato alla gestione di strutture alberghiere lungo il litorale di Pontecagnano, che si era avvalso nel tempo di “prestanomi”, individuati tra conoscenti e familiari, per ricoprire incarichi e ruoli in società a lui direttamente riconducibili, al fine di eludere le disposizioni di legge che colpiscono i patrimoni illecitamente accumulati.
Le indagini, oltre a dimostrare il ruolo meramente apparente dei prestanome in ogni scelta gestionale e il loro completo assoggettamento alla volontà del pregiudicato, hanno anche ricostruito il loro tenore di vita e le loro possidenze, evidenziandone l’abnormità rispetto alle disponibilità legittime.
In tutti i casi è stata, infatti, posta in luce una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e quanto invece speso di anno in anno per l’acquisto di beni di alto valore economico come appartamenti, terreni, investimenti, autovetture e quote societarie.
[ads2]
Le indagini hanno svelato anche un complesso meccanismo di movimentazioni finanziarie ritenute fittizie, attraverso il quale gli indagati hanno potuto beneficiare indebitamente di quasi un milione di euro di fondi per lo sviluppo delle attività produttive ex legge n. 488/1992. In particolare, facendo figurare un prezzo maggiorato di acquisto di una nota struttura alberghiera ubicata sul litorale di Pontecagnano e costi di ristrutturazione “gonfiati”, hanno ottenuto finanziamenti destinati in realtà solo in parte alla finalità di sviluppo, mentre le restanti somme sono state destinate a scopi estranei.
I circostanziati elementi probatori hanno permesso di: appurare l’impiego di proventi illeciti, attraverso le attività del gruppo imprenditoriale, a base familiare; ricostruire il patrimonio e il reddito dell’imprenditore, del suo nucleo familiare e delle società riconducibili ai soggetti prestanome, accertando la fittizia intestazione di beni e attività economiche per un ingente valore; scoprire le modalità di occultamento dei flussi economici che finanziano le attività imprenditoriali; in particolare, nel corso delle indagini, anche di natura tecnica, sono state esaminate le ingenti movimentazioni registrate sui numerosi conti correnti e i flussi finanziari transitati sui medesimi.
L’Autorità Giudiziaria ha disposto, oltre alle misure cautelari e interdittive, anche il sequestro preventivo:
delle quote per tre società a responsabilità limitata, che vantano un importante e diversificato patrimonio immobiliare, costituito, tra l’altro, da un hotel a 4 stelle, due ristoranti fast food, un residence e un capannone commerciale;
del patrimonio personale degli indagati e dei rispettivi nuclei familiari, costituito, nello specifico, da:
sette appartamenti; quattro autoveicoli/motoveicoli; sei terreni; somme giacenti sui conti correnti, il cui ammontare è in corso di quantificazione.