L’Unità Pastorale di Olevano sul Tusciano, l’Istituto Comprensivo locale e l’Associazione “Monaco Bernardo” hanno messo su un progetto intitolato “I Cunti di Marialonga. Tradizioni e leggende nella Notte di Ognissanti”
Viviamo in una società alienata dalle pratiche del consumismo legate a credenze e festività che spesso non ci appartengono e che invece hanno radici altrove. La strumentalizzazione di ricorrenze come Halloween, che non ci appartiene, ha provocato un circolo consumistico con vero e proprio business sempre in crescita, basti pensare che nonostante la crisi nel 2018 sono stati spesi circa 300 milioni di euro in dolciumi industriali incentivato da un kitsch sadofunebre veicolato pervasivamente da Cinema, Tv e Web. Cancellando così dalla memoria dei giovanissimi le usanze e le figure della tradizione che invece ci appartengono e rappresentano le radici della nostra storia. In base a quest’osservazione L’Unità Pastorale di Olevano sul Tusciano, l’Istituto Comprensivo locale e l’Associazione “Monaco Bernardo” hanno messo su un progetto intitolato “I Cunti di Marialonga. Tradizioni e leggende nella Notte di Ognissanti”.
Il Professore Alessandro Di Muro, presidente dell’Associazione “Monaco Bernardo” ci racconta il progetto. “Riteniamo che arginare tale fenomeno sia possibile, recuperando la memoria tradizionale locale attraverso una riscoperta nelle memorie dei ‘cunti’, le storie che venivano raccontate alla luce di un camino nelle lunghe notti d’Inverno e riproporle in maniera innovativa e attraente alle nuove generazioni. La teatralizzazione, rendere i giovanissimi (ma anche i meno giovani) protagonisti di storie dei personaggi della tradizione, facendoli entrare all’interno della storia. In questo contesto ci proponiamo di far rivivere nel borgo antico di Monticelli, nella notte di Ognissanti queste figure, queste maschere chiuse ormai da troppo tempo nei grandi armadi della memoria. Riproporre questi archetipi vale a scacciare la macabra parata di quelle figure che oggi popolano l’immaginario dei giovanissimi e che si materializzano in quella notte nella questua tutta americana di Halloween.
Parallelamente a questa operazione, ci si prefigge di recuperare e riproporre quelli che un tempo erano i cibi tradizionali di questo tempo sospeso, di questo periodo liminare in cui le porte del regno dei morti si aprivano e i defunti ritornavano nel mondo dei vivi a visitare i loro cari. In questa prospettiva, contrapporre cibi ‘poveri’ della tradizione, ecosostenibili, alle pietanze ipercaloriche e prodotte in serie, assume un rilevate valore pedagogico e sociale per rispondere alla sfida globale che pone l’alimentazione (consumo critico). Recuperare tali tradizioni vuol dire anche collocare nella giusta dimensione e dare senso a segni.
Siamo convinti che la Scuola rappresenti il veicolo più opportuno a realizzare questo ‘ponte’ tra i giovanissimi e un passato non lontano i cui valori si esprimevano attraverso racconti e ritualità arcaiche; in particolare crediamo che gli alunni delle classi IV e V della scuola Primaria rappresentino gli interlocutori più adatti a recepire tali suggestioni. L’Istituto Comprensivo di Olevano sul Tusciano parteciperà coinvolgendo anche gli anziani della nostra comunità che si recheranno nelle scuole a preparare i giovani all’evento, raccontando loro le storie del ritorno rituale dei morti e dei personaggi spaventosi che popolavano le notti invernali, riprendendo l’antichissimo ruolo di cinghia di trasmissione sociale che il mondo tradizionale aveva per millenni loro assegnato”.
Programma
-Ultima settimana di Ottobre: I cunti della paura. Dopo un’opportuna preparazione da parte degli insegnanti, gli anziani “portatori della tradizione” si recheranno nelle classi IV e V elementare di Olevano e racconteranno l’antichissima credenza del ritorno dei trapassati e le storie tradizionali legate ai personaggi che incontreranno nelle vie del borgo Monticelli durante la notte di Ognissanti.
– La notte del 1 Novembre si svolgerà nei vicoletti del borgo Monticelli La Notte di Marialonga. Gruppi di 15/20 persone saranno accompagnati alla riscoperta delle antiche favole. Il vecchio borgo si trasforma così in un teatro vivente, con attori in costume che, appostati nei vicoli caratteristici del centro storico, dopo aver raccontato la tradizione del ritorno benevolo dei morti, interpreteranno con una vena ironica e sdrammatizzante Marialonga, il Lupo Pummunar’, lo Scozzamauriello, il Minorchio, la Magara, la donna che assisté alla Messa dei Morti etc., storie ambientate nell’Olevano del passato.
Alla luce di un falò nella piazza di Monticelli si potranno degustare le pietanze tradizionali di questo periodo, preparate secondo antiche ricette campane e meridionali in genere mentre su di uno schermo scorreranno le immagini dei nostri anziani che racconteranno le storie relative ai personaggi che si incontreranno nei vicoletti di Monticelli.