La Rosa di Gerico, in collaborazione con Frida e con il Club dei Lettori di Cava de’ Tirreni ha organizzato per lunedì 18 giugno alle ore 18.00, nel Salone di rappresentanza del Palazzo di Città, la presentazione del libro “O I FIGLI O IL LAVORO” di Chiara Valentini.
Il libro affronta un argomento di grande attualità: quello del difficile rapporto, in Italia, tra maternità e lavoro. Qualcuno l’ha paragonata a un campo di battaglia. È la maternità delle donne che lavorano e vorrebbero continuare a farlo senza subire stress ed umiliazioni anche quando scelgono di mettere al mondo un bambino. Invece, in Italia come in nessun altro Paese europeo, lavoro e maternità rischiano di diventare parole inconciliabili. Molte che avevano un rapporto di lavoro fisso, tornando in ufficio o in fabbrica, vengono messe nell’angolo ed a volte mobbizzate, per spingerle a dimettersi. La rigidità sugli orari, che al di là della retorica della flessibilità sembra la parola d’ordine delle aziende, provoca scontri drammatici. Lo stesso congedo di maternità più che come un diritto comincia ad essere visto come un privilegio, mentre spuntano un’altra volta le vecchie lettere di dimissioni in bianco.
Il risultato è nelle cifre. Almeno una giovane mamma su cinque lascia il posto ed in molti casi non lo ritroverà. È ancora peggio fra le precarie, le ragazze dei contratti a termine o a progetto, che per non essere mandate via nascondono il pancione come una colpa e spesso rinunciano alla maternità perché non possono contare su uno stipendio stabile né su un posto all’asilo nido, spesso irraggiungibile.
Valentini racconta per la prima volta nel suo complesso questa realtà dura e preoccupante, dando la parola da una parte all’altra d’Italia a manager e donne delle pulizie, a pubblicitarie e ad operatrici dei call center. Ci porta negli uffici dei sindacati e delle poco conosciute Consigliere di Parità, fra le mamme ragazzine di Scampia e le dottoresse precarie della sanità pubblica, dimostrando come la maternità, nell’Italia di oggi, è diventata il punto d’attacco al lavoro delle donne ed alla loro parità. Ma anche fra le mamme lavoratrici qualcosa si muove. Dai siti, dai blog e da nuove associazioni chiedono rispetto e diritti, compreso quello della maternità universale. E cominciano a portare in tribunale aziende ed amministrazioni pubbliche che le discriminano perché madri.
La Redazione